Conosci le statue parlanti di Roma? Sono sei: Pasquino, Marforio, Madama Lucrezia, Er Babuino, Abate Luigi e Il Facchino. Oggi vi portiamo a conoscerle, tracciando insieme a voi la mappa di tutte e sei le statue parlanti della Capitale. La loro storia inizia nel Seicento, ai tempi dello Stato Pontificio, quando esponenti del popolo esprimevano la propria protesta appiccicando ad una statua sonetti che traducevano in versi la critica al sistema. Prepariamoci, ora, a conoscere più da vicino questi curiosi e leggendari personaggi di pietra.
Leggi i contenuti di oggi:
- Pasquino, la statua che dà voce al popolo, prima contro i Papi poi contro i potenti
- Marforio, la statua parlante “spalla” del celebre Pasquino
- “Non ne posso veder più”, così si lamentava la statua parlante di Madama Lucrezia
- Er Babuino la statua parlante più brutta e invidiosa di Pasquino
- Abate Luigi, satira senza testa: l’ultima decapitazione nel 1966
- Il Facchino che “visse quanto potè”, statua parlante presa a sassate dai romani
Non era così facile esprimere pubbliche critiche al tempo dello Stato Pontificio. Volavano teste come se piovesse e i boia, a cominciare da Mastro Titta, erano più famosi dei cardinali. Così, direttamente dal sentire comune del popolo romano, sorsero modalità tanto efficaci quanto coperte da un riserbo di sopravvivenza: le statue parlanti. In pratica, esponenti del popolo esprimevano la propria protesta appiccicando ad una statua sonetti che traducevano in versi la critica al sistema.
PASQUINO, LA STATUA CHE DÀ VOCE AL POPOLO
Il personaggio più famoso in questo senso è Pasquino, le cui gesta sono anche state al centro del film di Luigi Magni, “Nell’anno del Signore“. Interpretato da Nino Manfredi, il ciabattino Cornacchia troverà il coraggio di rivelarsi come Pasquino all’amata Giuditta (Claudia Cardinale).
La statua è situata nell’allora Piazza di Parione, oggi Piazza di Pasquino, proprio in onore di questo eroe popolare romano. Capita ancora, passando per la sua piazzetta, di vedere fogli e foglietti attaccati al suo piedistallo. Contengono moderne “pasquinate”, satire che raccontano in rima la società odierna.
È possibile fare un vero e proprio percorso delle sei statue parlanti presenti a Roma, andando a trovare questi “eroici” reperti della satira di pietra.
MADAMA LUCREZIA, L’UNICA DONNA
Unica donna tra le statue parlanti è Madama Lucrezia. (foto qui sotto da Wikipedia) La si trova ancora nel cuore di Roma, tra piazza Venezia e la Basilica di San Marco al Campidoglio. Il mezzo busto deve il suo nome a Lucrezia d’Alagno, una nobildonna del quindicesimo secolo, amante di Alfonso V di Aragona, allora re di Napoli. Lucrezia si recò a Roma per farsi concedere il divorzio dal Papa, che però glielo rifiutò.
ER BABUINO, LA STATUA PARLANTE PIÙ BRUTTA
Continuando nel tragitto alla scoperta delle statue parlanti, ecco quella oggettivamente più brutta, non a caso chiamato Er Babuino, situata appunto in via del Babuino, che rappresenta un barbuto sileno sdraiato. Sin da subito il Babuino entrò in competizione con Pasquino, tanto che le invettive appese al suo collo prendono il nome di ‘’babuinate’’ e non pasquinate come per Pasquino e le altre statue parlanti.
MARFORIO, LA SPALLA DI PASQUINO
È invece una sorta di spalla naturale di Pasquino, il personaggio di Marforio, la cui statua è esposta ai Musei Capitolini. Le due sculture della satira di pietra spesso si esprimevano attraverso dialoghi in dialetto, che appassionavano il popolo romano. Le pasquinate tra Pasquino e Marforio erano strutturate sul botta e risposta finalizzate a colpire il malaffare del tempo o a porre domande sul sociale e la politica. La più famosa è la domanda che Marforio pone durante le razzie perpetrate dai francesi di Napoleone all’inizio dell’Ottocento: «È vero che i Francesi sono tutti ladri?» e Pasquino: «Tutti no, ma Bona Parte».
L’ABATE LUIGI, LA STATUA DECAPITATA
Anche se di pietra, ha fatto una brutta fine la statua dell’Abate Luigi, che tanto per non perdere il vizio, è stata decapitata. Anzi, lo è stata più volte. Ma più probabilmente per atti di vandalismo e non per una feroce censura ai danni della protesta popolare. Al lato della Chiesa di Sant’Andrea della Valle, in Corso Vittorio Emanuele II, si trova la statua dell’Abate Luigi, colui che ebbe “Nelle satire urbane eterna fama”, come enuncia chiaramente l’iscrizione marmorea sul suo piedistallo.
IL FACCHINO, LA SCULTURA PIÙ PICCOLA
Ultima statua parlante, è quella del Facchino, la scultura più piccola realizzata nel 1580. Viene definita anche come la più bella tra le sei, al punto da pensare che l’artefice sia niente di meno che Michelangelo.
Altre teorie sostengono che invece sia opera del pittore fiorentino Jacopo Del Conte. Per ammirarla ci si deve recare in via Lata – traversa di via del Corso – e, addossata al muro del palazzo, troverete la fontanella del Facchino. Buona lettura.