Marforio è forse la più famosa delle statue parlanti, naturalmente dopo Pasquino. È conosciuto come la sua spalla, per l’abitudine al dialogo che caratterizza i due. Questo avveniva attraverso le “pasquinate”. Ovvero cartelli e dei manifesti satirici che durante la notte venivano preferibilmente appesi al collo di alcune statue “parlanti” sparse per Roma. Le pasquinate tra Pasquino e Marforio erano strutturate sul botta e risposta finalizzate a colpire il malaffare del tempo o a porre domande sul sociale e la politica. La più famosa è la domanda che Marforio pone durante le razzie perpetrate dai francesi di Napoleone all’inizio dell’Ottocento: «È vero che i Francesi sono tutti ladri?» e Pasquino: «Tutti no, ma Bona Parte».
Il dialogo tra i due riguardò anche i moti carbonari, anni di amare repressioni che causarono centinaia di morti. I due sintetizzarono gli accaduti nella domanda retorica di Marforio: “Che silenzio, che pace! Pasquino non è vero? A Roma tutto tace.” E nella risposta di Pasquino “Come in un cimitero!”. Anche quando era Marforio a parlare, gli epigrammi venivano affissi comunque sul busto di Pasquino, scatenando l’invidia del Babbuino.
Marforio è esposto nel cortile dei Musei Capitolini. Rappresenta probabilmente l’allegoria del Tevere o del suo affluente, il Nera. È stato ritrovato nel Cinquecento nel Foro d’Augusto, davanti al tempio di Marte Ultore che prese poi il nome Foro di Marte, da cui deriverebbe il nome Mar-Foro. Un’altra teoria riguardo l’origine del suo nome riguarda la presunta iscrizione ritrovata nel Cinquecento sulla statua ed ora scomparsa che recitava ‘’Mare in foro’’. A contribuire alla sua fama interviene anche il premio Oscar, Sorrentino che, ne La Grande Bellezza, attraverso il sorriso di Toni Servillo che guida la stupita Sabrina Ferilli all’interno dei Musei, ci porta proprio dinanzi a Marforio.
(Giulia Torrisi)