Dove si trova il quartiere Garbatella? Quali sono i luoghi da visitare assolutamente? Perché è detto quartiere-borgata? Qual è la sua storia? Oggi rispondiamo a queste e a molte altre domande con un approfondimento multimediale tutto dedicato a uno dei quartieri più iconici di Roma: la Garbatella. Ne conosceremo la storia e le origini con i libri di Typimedia Editore, parleremo con una residente doc come la giornalista Elisabetta Stefanelli, cammineremo per le opere di street art e scopriremo le 10 cose da fare e da vedere assolutamente nel quartiere. Partiamo!
Leggi i contenuti di oggi
- “Come eravamo” e “La Storia”: i volumi Typimedia dedicati alla Garbatella
- Elisabetta Stefanelli: “È ovunque il cielo della Garbatella”
- Street Art alla Garbatella, dalla bella ostessa a Sordi-Marchese del Grillo
- 10 cose da fare e da vedere alla Garbatella
Anche chi non è mai stato a Roma o la conosce poco, ha di certo sentito parlare almeno una volta della Garbatella. E la fama è meritatissima: verace, popolare, sempre fedele a sé stessa, la borgata incarna perfettamente il binomio di quartiere-paese. In cui c’è da restare ammaliati quasi a ogni angolo, piazza o monumento che la compone. Pensiamo ad esempio allo splendido albergo rosso, al Teatro Palladium, o all’iconica piazza Benedetto Brin.
Oggi vogliamo accompagnarvi in un viaggio alla scoperta di questo quartiere straordinario. A partire dalle origini: a raccontarcele sono i suoi stessi abitanti, attraverso le immagini che, per anni, hanno custodito nei cassetti come preziose reliquie e che ora sono diventate parte di un grande album di famiglia del quartiere. Da oggi, infatti, è acquistabile nelle librerie, nelle edicole e online il volume “Come eravamo. Garbatella 1835-1960” a cura di Antonio Tiso.
Il volume è un grande racconto corale di una zona che nasce povera, ma che nei decenni si trasforma in un centro di vita pulsante, sanguigna, popolare, antifascista. Un luogo dove un tempo ci si vergognava a vivere e che oggi è tra i più amati dai romani. Non si tratta dell’unico volume che Typimedia Editore ha dedicato alla Garbatella: c’è anche “La Storia della Garbatella, dalla preistoria ai giorni nostri” a cura di Michela Micocci. Un appassionante viaggio nel tempo lungo dieci capitoli in un quartiere dall’animo orgogliosamente popolare.
ELISABETTA STEFANELLI: “GUIDA AUTOCTONA” DELLA GARBATELLA
Una volta riempitici gli occhi con le bellissime immagini in bianco e nero ed aver appreso le nozioni principali sulla storia della Garbatella, grazie ai libri di Typimedia Editore, siamo pronti a iniziare la nostra esplorazione del quartiere. E lo facciamo avvalendoci del supporto di una “guida autoctona” come Elisabetta Stefanelli, caporedattrice della redazione cultura e spettacolo dell’Agenzia Ansa. “Se venite alla Garbatella dovete prima di tutto decidere di essere persone disposte a godervi la vita, perché questo quartiere è davvero il luogo del piacere – ci spiega nella nostra videointervista –. Quindi, in primo luogo, concedersi ai piaceri enogastronomici visto l’alto tasso di ristoranti, osterie e luoghi dove si mangia e si beve in modo meraviglioso. E poi, bisogna alzare gli occhi: basta farlo per scoprire tante cose interessanti di arte e di architettura”.
LA STREET ART ALLA GARBATELLA
Se siete appassionati d’arte e, soprattutto, di street art, il punto di partenza che vi suggeriamo per iniziare l’esplorazione del quartiere, però, è il murale “Oh my darling Clementine!” in piazza Sauli. L’opera di Solo e Diamond è dedicata a quell’ostessa garbata e bella che rifocillava i passanti. E da cui, leggenda narra, nacque il nome del quartiere. Si tratta però solo di uno dei tantissimi murales che colorano la borgata.
10 COSE DA FARE E DA VEDERE NEL QUARTIERE
Se avete poco tempo per visitare la Garbatella e non sapete da dove partire, vi proponiamo una pratica guida “bignami” in dieci tappe per iniziare la vostra scoperta di questa borgata unica. Per chiudere in bellezza questo viaggio ecco un video dedicato alla Garbatella girato da Giorgio Chiucchiù e pubblicato su YouTube. Solo uno dei tanti contenuti che gli utenti dei social network hanno dedicato al quartiere.
Buona lettura!