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10 cose da fare e da vedere a Prati
Riscoprire gli anni perduti di Prati in 5 (comode) tappe
Al Tomà a Prati, cicchetti in tutte le salse e cocktail creativi
Ultimo rione di Roma a essere istituito nel 1921, Prati è una zona elegante diversa dal resto della città. Il suo aspetto, infatti, si deve all’urbanizzazione post Unità d’Italia, e in particolare alla borghesia torinese giunta in città dalla vecchia capitale, portando i dettami urbani dello Stile Umbertino, di chiara impronta piemontese, e il raffinato stile liberty. Oggi il rione è un vero salotto a cielo aperto, con palazzi eleganti, boutique, ristoranti e locali trendy, in cui c’è davvero molto da vedere e, soprattutto, da fare.
A partire da una passeggiata a piazza Cavour, passando per i bistrot più alla moda, fino ad ammirare chiese ricche di storia e di bellezza, iniziamo il nostro itinerario di quartiere proponendovi una guida completa e dettagliata alle 10 cose da fare e vedere a Prati.
Prati è uno di quei quartieri che meglio di molti altri dimostra come dentro Roma convivano tante città diverse, ciascuna con una propria fisionomia che diventa identità, ciascuna con le proprie vicende che, in una parola, diventano storia. Una moltitudine che Typimedia Editore ha raccontato a 360° nei volumi dedicati al quartiere. Da “La Storia” al “Come eravamo”, passando per “Le Meraviglie”, scopriamo insieme la moltitudine di narrazioni che Prati sa regalare.
Scoprire Prati significa anche viaggiare nel tempo. E tornare a Prati di Castello. È questo l’antico nome dell’ultimo rione di Roma. Un nome che evoca le atmosfere di un tempo perduto, quando all’ombra di Castel Sant’Angelo si estendeva una campagna verde, meta delle gite fuori porta dei romani. Con quest’itinerario vogliamo condurvi alla scoperta di Prati com’era a metà Ottocento, prima dei palazzi umbertini, dei villini liberty, di piazza Cavour e del teatro Adriano.
Il bello dei viaggi nel tempo è che, in un battito di ciglia, puoi passare da un passato lontano al presente. E immergerti nella movida di Prati, quella dei locali da scoprire. Come quello di Matteo Santucci e Tommaso Paradiso, Tomà, ristorante elegante e luminoso. Gli interni hanno un arredamento anni Quaranta, con grandi finestroni e un pavimento in cemento chiaro lucidato. I colori vanno dal nero al grigio al verde inglese con tavoli di legno e marmo scuro.
I Tomà sono il piatto della casa: grandi crostini di pane con i più svariati condimenti. Ci sono poi i cicchetti della tradizione veneta: sono monoporzioni da novanta grammi che permettono di assaggiare più piatti in una sola cena. Gamberetti con salsa stuzzicante, moscardini fritti leggerissimi e gustosi, polenta e formaggi0, baccalà.
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Roma, si sa, è un set cinematografico a cielo aperto. E Prati non poteva ovviamente mancare tra i tanti quartieri che hanno “prestato” le proprie strade ai grandi registi. Tanto che Mario Monicelli scelse il quartiere per girare una scena di “Amici miei”, un omaggio al cameratismo e all’amicizia al maschile.
Uomini sulla cinquantina sfogano il loro “male di vivere” con una serie di scherzi che resteranno memorabili nell’immaginario collettivo. Il film è girato prevalentemente a Firenze e in Toscana, ma anche qui Monicelli non ha saputo resistere alla tentazione di mostrare anche un pezzetto della “sua” Roma. Accade nella scena in cui il conte Mascetti incontra la Titti di notte, davanti alla casa della donna. Il rendez vous avviene in via Fulcieri Paulucci de’ Calboli, nei pressi di piazza Mazzini, in Prati.
E a proposito di grandi artisti, anche a Prati esiste un omaggio al grande Gigi Proietti. Davide Vecchiato, in arte Diavù, ha portato il grande mattatore romano, scomparso il 2 novembre 2020, sulla scalinata del centro commerciale Aura, nelle immediate vicinanze della metro Aurelia. L’opera è visibile sulla rampa che si affaccia verso la fermata. L’artista è una vecchia conoscenza del nostro quartiere avendo già raffigurato una gigante del cinema italiano, Anna Magnani, sulla scalinata del mercato rionale di via Andrea Doria.