di Sergio Campofiorito
Mario Castelnuovo, trasteverino di nascita, classe 1955, è cantautore e musicista. Scoperto da Amedeo Minghi, nel 1981 pubblica il suo primo singolo, “Oceania”. L’anno dopo partecipa al festival di Sanremo col brano “Sette fili di canapa” che dà anche il titolo al suo primo album. Altro grande successo sanremese è il pezzo “Nina”, ispirato dalla storia d’amore dei suoi genitori. Vive da sempre a Trastevere.
Mario, da quanto tempo abiti a Trastevere?
A Trastevere sono nato, rivendico questa cosa in modo molto convinto. Ricordo che certi vecchietti una volta nutrivano forti dubbi sul fatto che oltre Porta Settimiana ci fossero ancora forme di vita.
Perché vivere a Trastevere?
Perché è come vivere, per esempio nei vicoli, in un sottoscala ma con la possibilità di uno splendido terrazzo condominiale come quello del Gianicolo. Ti pare poco?
Quali sono i luoghi da visitare?
Direi tutti, anche quello dove siamo adesso, sulla collina del Gianicolo.
Cosa c’è da fare nel quartiere?
Amo profondamente Roma perché ha questa doppia valenza, di grande città ma anche di piccola parrocchia e Trastevere riassume tutto ciò. C’è da fare molte cose che si fanno in una grande città, in un piccolo paese.
Ad esempio?
Come ad esempio la possibilità di stringere amicizie da un balcone all’altro, come succede in certi paesini d’Italia, o in quei piccoli vicoli che sembrano un po’ dei canyon in muratura. Meglio ancora sembrano delle tagliate etrusche, visto che qua, a Trastevere, c’erano gli etruschi.