di Daniele Magrini
Michele Mezza è stato giornalista per quarant’anni in Rai, dove ha ideato e sviluppato il progetto RaiNews24. Da oltre trent’anni vive nel quartiere di Monteverde, con grande soddisfazione. Insegna all’Università Federico II di Napoli e collabora con «Huffington Post». È autore per Donzelli di numerose pubblicazioni, fra cui: Algoritmi di libertà (2018), Il contagio dell’algoritmo (2020) e Net-War: Ucraina, come il giornalismo sta cambiando la guerra”, l’ultimo libro uscito da alcune settimane.
Michele Mezza, dove ci troviamo? Da quanto tempo vivi qui?
“Siamo nel cuore di Monteverde Vecchio. Ci vivo da più di trent’anni. Alle nostre spalle si vedono gli alberi di Villa Pamphili e allungando lo sguardo, ecco il Cupolone. Questo è il quartiere di Roma più centrale e più camminabile: è un’oasi a ridosso del centro in cui si stanno incontrando, soprattutto dopo la pandemia, residenti anziani e giovani professionisti che si stanno ritirando in una dimensione più rilassante e piacevole di smart working”.
Cosa significa per te questo quartiere?
“Monteverde è uno straordinario contorno della vita, che permette di dosare il meglio che ha Roma dal punto di vista della vivibilità, della gradevolezza delle abitudini, delle relazioni personali, con l’effervescenza e il dinamismo della metropoli. Monteverde è una sorta di grande astronave che dagli spazi siderali trasporta in tutti quei pianeti in cui si articola la vita. Potrei dire che non riesco a immaginare una collocazione diversa in una città policentrica come Roma”.
Cosa c’è da vedere assolutamente?
“Prima di tutto Villa Pamphili, che è il polmone verde del quartiere, l’Amazzonia di Monteverde. Villa Sciarra, ideale per portarci i bambini ancora in età da passeggino. Poi San Pancrazio, con le sue catacombe: la parte più storica insieme al Museo della Repubblica Romana e del Risorgimento, di cui il Gianicolo qui a fianco è il sacrario. E poi ci sono tanti vicoli, cunicoli, anfratti, in cui, dopo trent’anni riesco ancora a imbattermi in luoghi inediti. Il tutto, con una familiarità unica: Monteverde è davvero il tinello di casa”.
Come attività, cosa consiglieresti di fare?
“Monteverde è uno straniero co-working, oltre ad essere un piacevole luogo di rilassatezza, riposo e distrazione: c’è il Teatro Vascello, ci sono tanti locali che stanno nascendo basati su nuove esperienze musicali. È anche la piattaforma residenziale che collega con Testaccio e con Trastevere”.
Perché un turista dovrebbe venire a Monteverde?
Semplicemente per vedere Roma come è realmente: come ci si vive oggi. Un turista ci arriva dopo aver visto Roma antica, la Roma rinascimentale, la Roma della dolce vita o quella del folklore. A Monteverde, invece, incontra Roma come è: dove si incontrano coloro che vivono qui e non sono solo originari o destinatari di questa città”.