di Daniele Magrini
Pierangelo Maurizio, giornalista d’inchiesta, è una delle colonne di Quarto Grado su Rete Quattro. Da vent’anni a Mediaset, ha cominciato parecchio tempo fa a Repubblica, passando per Il Tempo, Il Giornale, Il Borghese, la Rai, Libero, La Verità, il Tg5. Ha scritto libri d’inchiesta su casi di cronaca misteriosi e spinosi: “Via Rasella, 50 anni di menzogne”, “Il caso Calabresi”, “Piazza Fontana” e l’ultimo sulla morte di David Rossi, il capo della comunicazione di Monte dei Paschi precipitato dalla finestra del suo ufficio il 6 marzo 2013. Friulano, 63 anni, da quando si è trasferito a Roma per lavoro, Pierangelo Maurizio vive a Maccarese, per amore e per scelta precisa.
Cosa rappresenta per te Maccarese?
Sicuramente un bellissimo posto dove vivere. Ma per me rappresenta anche l’epopea di gente come me venuta dal Nord, di coloni che vennero qui a lavorare duro per la bonifica di Maccarese e di tutta la zona: qui c’è un po’ il nostro Far West. Da queste parti non c’è angolo di terra che non ricordi l’importanza e la sacralità del lavoro.
Da quanto tempo ci vivi?
Sono qui da un po’ di tempo per il mio lavoro giornalistico. A volte mi sembra di essere a Maccarese da poco tempo, a volte da sempre. Perché, a me che non sono romano, questi posti ricordano un po’ gli ultimi lembi della pianura padana, la parte friulana, la mia terra di origine.
Che cosa consigli di vedere a Maccarese?
Innanzitutto questi campi vastissimi e le incredibili distese di eucalipti. E poi il castello del borgo, la Torre Primavera che venne edificata per proteggere il litorale romano dalle scorribande die pirati saraceni. La cosa più bella, però, sono i tramonti, alla foce dell’Arrone, prima che si getti in mare.
Quali attività si possono fare?
Tutto ciò che ha a che fare con l’immersione nella natura: passeggiate prima di tutto, in bicicletta a piedi, oppure nuotate in mare. Ma soprattutto, principalmente, nulla.
Perché, in sintesi, Maccarese é un luogo bello?
E’ un bel luogo prima di tutto perché è uno stato d’animo, sospeso a metà: vicino alla grande bellezza, ma anche alla grande confusione di Roma. Ma sufficientemente abbastanza lontano per starsene in pace. E’ un luogo ideale tra Roma e il mare, una situazione di mezzo per guardare le cose con maggiore distanza. O forse questo è soltanto merito del tempo che passa.