Il maritozzo, ovvero il dolce piacere a Roma, da gustare anche – e soprattutto – a San Valentino.
I denti affondano senza sforzo nella soffice mollezza lievitata di questo dessert, prima della deflagrante estasi gustosa della panna montata.
La crema di latte è soave come nuvola al palato. Il piacere raggiunge livelli grandiosi già al primo morso, morso che – come vuole la tradizione – deve far sporcare di panna anche la punta del naso.
Gli ingredienti sono pochi e semplici: farina, lievito, zucchero, uova e burro. Magari, anche un accenno di miele. E poi, ovviamente, la panna: freschissima e montata all’inverosimile.
Questo dolce, che in realtà negli ultimi anni sta prendendo piede nella Capitale anche in inusitate versioni salate e gourmet, è il principe del gusto popolare già dai tempi dell’antica Roma.
Allora, si racconta che le donne romane preparassero ai propri mariti, impegnati nel lavoro dei campi o nell’allevamento, gustose pagnotte ripiene di uvetta e miele: il pranzo diventava semplice e non facilmente deperibile, caratteri indispensabili sotto al sole o durante i lunghi tragitti a piedi della transumanza. Il suo sapore, poi, era così buono da resistere a tutto, anche alla caduta dell’Impero romano e al sopraggiungere del Medioevo quando diventò “er Santo maritozzo”.
Infine, qualcosa è cambiato e l’amore, già presente in qualche misura nell’origine di questo dolce tipico della Città eterna, ha letteralmente rubato e plasmato la ricetta.
Con l’imminente arrivo della primavera, infatti, e il profumo di fiori d’arancio già nell’aria, i giovani innamorati regalavano alla propria amata il maritozzo il primo venerdì di marzo. Si trattava di un dono molto apprezzato dalle ragazze anche perché al suo interno si nascondeva l’anello di fidanzamento. Proprio da questa usanza deriverebbe il colorito nome di “maritozzo”.
Questo dolce ha certamente molte cose da dire ma, per saperne di più, è necessario assaggiarlo. Il posto migliore per farlo è la pasticceria Regoli, all’Esquilino, una garanzia in materia. In alternativa, anche Romoli, su viale Eritrea, può garantire un’esperienza sopraffina. Se, invece, il desiderio è quello di assaggiarlo in un formato più piccolo e di accompagnarlo con un tazza di caffè d’alto livello, un posto interessante è il Faro, a Piazza Fiume: qui, il classico dolce romano è più piccino, ideale per chiudere un pranzo o per fare una piccola merenda. Ma c’è un ma: spesso il bis è d’obbligo.