Il pranzo di Natale segue il Cenone della vigilia. Quindi, l’abbondante libagione della sera prima, dista poche ore dall’altro appuntamento della tradizione a tavola. Visto che a Roma la cena della vigilia è particolarmente ricca, con i fritti a farla da padrone, l’apertura del pranzo natalizio in famiglia, tralascia gli antipasti e sceglie una minestra in brodo molto particolare. Si tratta della stracciatella, facile da fare e pronta in pochi minuti: si fa con il brodo di carne, l’uovo, il formaggio grattugiato e un pizzico di noce moscate. In alcune tavole si aggiungono anche delle rigaglie di pollo.

La stracciatella in brodo (foto da blog.giallozafferano.it)
Si passa poi alla pasta condita con un ricco ragù di carne: a Roma solitamente si sceglie fra fettuccine o ravioli, comunque sempre rigorosamente fatti i casa. Se proprio non si vogliono fare discriminazioni, si mettono in tavola sia le fettuccine che i ravioli.

L’abbacchio scottadito
Per il secondo il piatto della tradizione che ricorre più solitamente è l’abbacchio scottadito. Si tratta di costoline di agnello cotte in forno o alla piastra. Un altro piatto della tradizione è la coratella di agnello in umido.

La coratella d’agnello in umido
Il piatto è base del cosiddetto quinto quarto e comprende polmoni, cuore, budella, fegato, reni e milza. Il tutto, dopo un’abbondate fase di pulizia e spurgatura, viene cucinato con un sugo preparato con base vegetale, a volte con le cipolle, più spesso con il sedano che predomina.
In ogni caso, il contorno che non può mancare è un piatto del tipiche puntarelle romane, condite con olio, sale e acciughe.
La fine del pranzo è come sempre con i dolci tipici del Natale, con il pangiallo che è il dolce tipico romano, che non rappresenta proprio un dessert leggero, visto che è caratterizzato da uno straordinario impasto a base di miele con frutta candita, noci, nocciole e farina.