Se si parla di un dolce tipico romano, i più penseranno al maritozzo, la deliziosa pagnottella ripiena di soffice panna. E se si pensa invece ai dolci natalizi, vengono in mente altre città diverse dalla Capitale: Milano, per esempio, come patria del panettone o Verona per il pandoro. In realtà anche Roma ha il suo dolce tipico del Natale, che meriterebbe maggiore fama: si tratta del pangiallo, più noto come pangiallo romano. Si tratta di un dolce che ha radici antiche, visto che era abbastanza usuale nei banchetti della Roma imperiale.
Era sempre presente nei riti del solstizio d’inverno, quando l’appello al ritorno del sole trovava in questo dolce dall’aspetto dorato un richiamo naturale.
Sveliamo il mistero della crosticina dorata, che è tale perché quando il dolce è pronto nel suo impasto viene accarezzato da una mistura di olio, farina, un po’ di zafferano, e quando il panetto è pronto per il forno va spennellato con il rosso dell’uovo. Ed ecco che la glassa sulla sommità del dolce, assumerà il colore giallo.
L’impasto è un trionfo di sapori dominato dal miele, con l’aggiunta di mandorle, noci, pinoli, uva passa, cedro candito, fichi, nocciole, frutta secca e pezzetti di cioccolato fondente.
Il tutto va ben amalgamato con la farina: l’ultimo atto è la spennellata con il tuorlo rosso dell’uovo per la realizzazione di quella sorta di pastella che distingue il pangiallo dai suoi simili, soprattutto il panpepato e il panforte.
Per la cottura in forno a 180° basteranno 30-35 minuti.
Foto di copertina dal profilo Facebook Gusto per il gusto