Non è tra le osterie più antiche di Roma, e nemmeno tra le più caratteristiche da un punto di vista prettamente estetico. E allora, come mai fuori da questo piccolo locale nei pressi di Campo de’ Fiori si trova sempre la fila di turisti e locali? Perché da Osteria Fortunata non si va solo per mangiare, ma per sperimentare la romanità in tutta la sua essenza. I cuochi sono romani doc, ma ai fornelli comanda nonna Iris, capo chef di 89 anni che si divide ancora oggi tra le quattro sedi del locale, che ha aperto anche a Milano. E questo la dice lunga sul tipo di esperienza che propone il ristorante.
L’osteria ha aperto nel 1921, e fin da quei tempi è stata tutto quello che un’osteria romana deve essere: atmosfera familiare, ambiente rustico e ricchi piatti della tradizione. E lo è ancora oggi. Il menu vanta tutte le preparazioni più tipiche, dalla coda alla vaccinara alle polpette, ma qui si viene per la pasta. Non solo per mangiarla, in tutte le varietà che hanno reso celebre la cucina romana, ma soprattutto per ammirarla. Da Fortunata, infatti, si impasta pasta fresca dalla mattina alla sera, e non lo si fa nel retro, in cucina, ma davanti alle vetrine del ristorante. Il tavolo a ridosso del vetro è il regno di Antonia e Rita, le signore che preparano senza sosta fettuccine, tagliolini, gnocchi e pappardelle, lavorando fino a 30 kg di farina al giorno. Ammirare l’opera sapiente delle loro mani è ipnotico, e fa venire immediatamente voglia di assaggiare tutta quella bontà.
Basta la prima forchettata, per capire che i piatti sono all’altezza delle aspettative. Carbonara, amatriciana, cacio e pepe, gricia: tutti i sughi sono preparati a regola d’arte, le porzioni sono abbondanti e sono servite in caratteristici piatti di coccio che subito fanno sentire il cliente nella Roma del passato. La pasta è la star dell’Osteria da Fortunata, ma non è l’unico elemento del menu preparato a mano. Anche il pane è fatto in casa, i dolci artigianali sono ottimi e tutti i prodotti utilizzati sono biologici: la farina è macinata ancora a pietra, l’olio proviene da frantoi umbri e toscani, il pecorino arriva direttamente dagli allevamenti di proprietà del ristorante, così come ricotta, abbacchi, galletti, conigli e maialini. I prezzi sono medio-alti – ma decisamente sotto la media, se si considera la zona – ma vale la pena pagare tra i 12 e i 15€ (il costo dei primi) per ammirare l’abilità di Antonia e Rita e l’amore che mettono nell’impastare.
Mangiare all’Osteria da Fortunata è come fare un salto indietro nel tempo, nelle domeniche passate accanto alle nonne con le mani sporche di farina, impegnati a preparare la pasta come solo le nonne sanno fare. Ed è aprire una finestra sull’anima più rustica di Roma, quella del popolo, della famiglia, della genuinità.
(Martina De Angelis)