Il motto latino panem et circenses ben sintetizza l’atavico amore dei romani per i giochi e in particolare per le corse del circo, paragonabile solamente a quello provato oggi per le due principali squadre di calcio della città. Proprio questa grande passione portò alla creazione di diversi gruppi di appartenenza per ciascuno degli aurighi, dei cavalli e di tutti gli addetti alla loro gestione, ognuno dei quali disponeva di una propria sede, con annesso ricovero per uomini, animali e mezzi.
È così che nacquero le fazioni, antenate delle moderne squadre, il cui nome derivava dal colore scelto dai propri componenti. La Russata era la fazione rossa, la Veneta era quella azzurra, quella verde Prassina e quella bianca Albata. Anticamente pare fossero solamente due, la rossa e la bianca, così come lo tornarono a essere a partire dal III secolo, con la fusione della bianca con la verde e della rossa con quella azzurra. Le vesti degli aurighi riprendevano i colori delle fazioni, scelti con un preciso significato: il bianco simboleggiava la neve e l’inverno, il rosso l’estate e il sole, il verde la rinascita della natura, mentre l’azzurro il cielo e il mare.
Durante il suo regno, nel I secolo d.C, Domiziano fondò una fazione con un duplice colore, oro e porpora, chiamata Purpureus et Auratus Pannus. Quella che potrebbe dirsi a pieno titolo l’antenata circense della Roma calcistica.
(di Gianluigi Spinaci)