Una nuvola o, forse, una massa aliena in movimento, imprigionata in una teca di vetro. È il Centro Congressi del quartiere Eur, la “Nuvola” di Massimiliano Fuksas, una delle meraviglie dell’architettura contemporanea che s’inserisce perfettamente nel quadrante più razionalista (e per certi versi avveniristico) di Roma.
Inaugurata il 29 ottobre 2016, può ospitare fino a 8000 persone, 1800 solo nella “nuvola” sospesa.
37 000 sono le tonnellate di acciaio occorse per costruirlo e 58 000 i metri di vetro. Il cantiere è durato circa 10 anni, per un costo di 240 milioni di euro. Ma è un prodigio che arricchisce il profilo dell’Eur.
Già nella sua genesi era in qualche modo definita la sua eccezionalità: il progetto, infatti, fu scelto da una giuria di esperti con a capo Norman Foster, architetto del Millenium Bridge e del grattacielo più famoso d’Inghilterra: il 30 St Mary Axe, a Londra.
L’idea di Fuksas era quella di dare vita a una struttura sostenibile in grado di coniugare il barocco del Bernini e del Borromini, cui la città di Roma deve moltissimo, con il razionalismo tipico dell’Eur. Un’impresa quasi impossibile che passa per un gioco di linee tortili e di geometrie complesse in grado di mimare il movimento.
La scatola di vetro è come una promessa di un viaggio in un luogo inesplorato e ha, in sé, qualcosa dei viaggiatori indomiti e geniali di Jules Verne. Ma, ovviamente, è la Nuvola all’interno la massima attrazione di quest’opera architettonica e ingegneristica di primo livello.
La Nuvola, in realtà, è una sala “sospesa” di 9000 metri quadri, agganciata in due punti, al soffitto e al pavimento. Ha una struttura modulare che può essere modificata facilmente grazie a un sistema di pareti mobili che consentono di “costruire” fino ad massimo di 24 sale di grandezza differente.
La struttura in metallo è ricoperta di teli di fibra di vetro e sulla copertura c’è un sistema fotovoltaico e uno di protezione dai raggi solari che garantiscono la sostenibilità dell’opera.
Accanto al Centro Congressi, gestita dall’Ente Eur, c’è la Lama, un edificio progettato da Fuksas e sorto con lo stesso cantiere ma del tutto indipendente rispetto alla Nuvola, destinato a diventare un albergo di lusso. Dovrebbe aprire a breve, forte di 17 piani e 400 stanze.
Comunque la si guardi, la Nuvola imprigionata nella sua teca non può non attrarre i visitatori, come fosse un organismo magico o alieno che nasconda misteri e segreti occulti. Il suo fascino è indescrivibile.
Una piccola curiosità: quasi in contemporanea alla costruzione della Nuvola di Roma, anche a Parigi si realizzava un capolavoro architettonico soprannominato più volte “La Nuvola” (è la sede della Fondazione Luis Vuitton) benché assomigli più a un vascello. Si tratta, in questo caso, di un’opera di Frank O Gehry. Per alcuni, nonostante le oggettive differenze, questi due capolavori – La Nuvola di Fuksas e la Fondazione Luois Vuitton – creano un dialogo unico e continuo tra le due città più belle d’Europa.