La maggiore testimonianza delle attività navali mercantili presenti a Roma sotto lo Stato Pontificio è rappresentata dall’Arsenale per la costruzione e il restauro della flotta papale, edificato all’inizio del XVIII secolo per volere di Clemente XI Albani.
Commissionato dalla Camera apostolica nel 1714 e ultimato l’anno successivo, l’attribuzione del suo progetto rimane tuttora incerta; sappiamo che la struttura fu concepita come una copia in scala ridotta dell’Arsenale del porto di Civitavecchia, costruito mezzo secolo prima su progetto di Bernini e completato da Carlo Fontana. Per questo motivo, alcuni studiosi conferiscono la paternità dell’Arsenale pontificio allo stesso Fontana, mentre altri l’attribuiscono più verosimilmente a un suo collaboratore.
Situato nei pressi di Porta Portese, il suo impianto originario si estendeva su una superficie di oltre mille metri quadrati, con una struttura caratterizzata da due navate principali con arcate a sesto acuto, realizzate per agevolare il passaggio in entrata e in uscita delle navi. Il tetto, con una conformazione “a capanna”, è tuttora arricchito da un occhialone che reca lo stemma della famiglia Albani, sorretto da due cavallucci marini. Una volta caduto il papato, e con la risistemazione degli argini del Tevere, l’Arsenale si ritrovò privato della sua naturale funzione e con il tempo si trasformò in un magazzino per lo smaltimento di materiale edile.
(di Gianluigi Spinaci)