Quella sbocciata all’altezza del civico 20 di via di Santa Dorotea nei primi del Cinquecento è una delle storie d’amore più emozionanti e struggenti di sempre. Un amore vero e appassionato, tra i più noti della storia dell’arte e celebrato dagli artisti di ogni tempo. I protagonisti sono Raffaello Sanzio, uno dei più grandi geni del Rinascimento, e Margherita Luti, giovane figlia di un fornaio senese trasferitosi a Trastevere.
Leggenda vuole che il pittore urbinate, diretto alla villa di Agostino Chigi alla Lungara dove stava realizzando l’affresco del Trionfo di Galatea, rimase abbagliato da una stupenda ragazza affacciata alla finestra intenta a pettinarsi i capelli. Fu subito colpo di fulmine. Da quel giorno Raffaello non volle più stare un solo momento lontano dalla giovane, eletta a propria musa e insostituibile modella per i suoi dipinti. Il loro fu un sentimento reciproco e puro, capace di resistere a calunnie e sabotaggi.
Alla morte del suo amato, Margherita per la disperazione si rinchiuse nel convento di Sant’Apollonia fino alla fine dei suoi giorni. Sono passati secoli da quel primo incontro, ma all’altezza della casa della Fornarina è rimasta una finestra a sesto acuto, identica per struttura a com’era quando la giovane fu notata per la prima volta dal grande Raffaello.
(di Gianluigi Spinaci)