Quando nel 1929 Marcello Piacentini diventa membro della neonata Reale Accademia d’Italia, che si era impossessata di quella dei Lincei, la sua visione risponde precisamente alle aspirazioni di Mussolini: fare di Roma il manifesto dell’affermazione del regime. Nel 1940, in occasione della Triennale di Milano, Piacentini presenta il progetto “Cittadella della cultura”, un complesso di edifici destinati a istituti scientifici e culturali che sarebbe dovuto sorgere alle pendici del Gianicolo.
L’articolato disegno del Piacentini è documentato da un modello in gesso e da un quadro prospettico di Oreste Ferretti, conservati al primo piano di Villa Farnesina alla Lungara, e si inserisce nell’ampio progetto di metamorfosi della capitale da lui stesso pianificato, volto a restituire alla città le mitiche glorie della Roma classica.
Nell’ambito degli sventramenti previsti da quel piano regolatore mai realizzato, la Cittadella della cultura sarebbe dovuta sorgere sulle macerie del carcere di Regina Coeli e di una porzione del caseggiato su via della Lungara, e si sarebbe articolata lungo l’asse di ponte Mazzini, stabilendo il proprio baricentro in una piazza ovale, al centro della quale sarebbe stata posta la fontana dell’Acqua Paola. Oggi il Gianicolo di Piacentini, pur a discapito dell’attuale via della Lungara, comporrebbe il tipico paesaggio romano, unico nel suo genere, dove passato e presente si confondono nell’immagine eterna di una città che non tramonta mai.
(di Gianluigi Spinaci)