Spesso, passeggiando per la città, ci si imbatte in iscrizioni in lingua latina che raccontano storie curiose e affascinanti. È quel che accade a Porta del Popolo. Sollevando lo sguardo sulla facciata che guarda verso la piazza, si riesce a leggere una scritta: “Felici faustoque ingressui” cioè “Per un ingresso felice e fortunato”. Questo augurio non si rivolge al passante occasionale, ma a un personaggio che giunge a Roma nel 1655: Cristina di Svezia.
Salita al trono ad appena sei anni, nel 1632, Cristina è una donna dalla personalità poliedrica e dal forte temperamento. Non le importa di dare scandalo con le sue decisioni controcorrente. A chi le dice che dovrebbe prendere marito e dare un re alla Svezia, risponde decisa che il matrimonio non fa per lei. Non potrebbe mai sottomettersi. Prima di morire, il re Gustavo, suo padre, privo di eredi maschi, ha imposto che le fosse impartita l’educazione di un principe destinato a governare. È stata cresciuta come un maschio e nel solco della tradizione luterana. Un credo che, però, non sente suo. A vent’anni, in piena crisi religiosa, Cristina compie una scelta senza precedenti. Decide di rinunciare al suo trono abdicando in favore del cugino. In seguito, parte per un esilio volontario.
Attraversa l’Europa a cavallo, vestita da uomo, sotto falso nome. Neppure i suoi compagni di viaggio conoscono la sua vera identità. Raggiunta la cattedrale di Innsbruck, in Austria, compie la sua abiura e si converte ufficialmente al cattolicesimo. Ora può raggiungere la sua ultima meta: Roma, la Capitale del Papa. Alessandro VII la attende trepidante. Il 23 dicembre 1655, Cristina entra trionfalmente nell’Urbe da Porta del Popolo, che è stata restaurata per l’occasione a opera del Bernini. Sarà la “regina di Roma”.
(Sara Fabrizi)