Chi dice Roma dice cinema. E viceversa. La storia delle produzioni cinematografiche in Italia, l’epopea dei grandi attori e dei grandi registi del nostro Paese, si sviluppa in gran parte a Roma. Ecco perché l’idea di realizzare una Casa del Cinema nella Capitale apparve subito assolutamente opportuna. L’intuizione si deve al giornalista e manager culturale Felice Laudadio che capì e riuscì a far comprendere che c’era un vuoto istituzionale in merito al cinema e che quel vuoto andava riempito.
Si capì che l’opportunità era doppia. Perché nello splendido scenario di Villa Borghese, proprio al cospetto di Porta Pinciana, era in stato di abbandono la Casina delle Rose. Si pensi che quella Porta, che si spalanca sulle Mura Aureliane, si ha accesso a Via Veneto, cioè al luogo di Roma che più richiama la Dolce Vita e quel clima magico che fece da scenario e alimentò gli anni d’oro del cinema italiano.
Così, finita la ristrutturazione, la Casa del cinema trovò la collocazione ideale e nel 2004 venne inaugurata dall’allora sindaco di Roma, Walter Veltroni, in Largo Marcello Mastroianni. Lungi da ogni retorica meramente celebrativa, si tratta di un luogo che “parla”, che racconta un’epoca meravigliosa e i sogni che il cinema seppe suscitare e ancora suscita. Molti gli eventi che si susseguono durante tutto l’anno, organizzati all’interno delle tre sale cinematografiche: Sala Cinecittà (118 posti), Sala Fellini (65) e Sala Gian Maria Volontè (46 posti). In estate, invece, l’arena all’aperto intitolata a Ettore Scola, è capace di ospitare 300 persone. L’attività espositiva si svolge negli appositi spazi intitolati a Cesare Zavattini e Sergio Amidei.
Proprio alla vigilia dei suoi primi venti anni, la Casa del Cinema, per decisione della municipalità capitolina, è passata sotto la gestione della Fondazione Cinema per Roma, che organizza ogni anno la Festa del Cinema di Roma.