Fondata nel IX secolo nel punto in cui si credeva fosse stato crocifisso San Pietro e ricostruita alla fine del Quattrocento, la chiesa deve il toponimo “Montorio” a “Mons Aureus”, il nome dato nel Medioevo al Colle Gianicolo dove è collocata.
Durante l’assedio di Roma da parte delle truppe francesi nel 1849, la chiesa subì pesanti danni e venne trasformata in ospedale, mentre nel 1876 il convento adiacente fu ceduto alla Spagna che ne ha fatto la sede della Reale Accademia di Spagna. San Pietro in Montorio si presenta con una semplice ed elegante facciata rinascimentale, con un rosone gotico centrale e una scalinata a doppia rampa che conduce al portale di ingresso.
La prima cappella a destra racchiude due opere di Sebastiano del Piombo, eseguite intorno al 1518: “La Flagellazione”, dipinta a olio su muro, su disegno forse di Michelangelo, e “La Trasfigurazione” nel catino dell’abside. Sull’altare maggiore della chiesa c’era la splendida “Trasfigurazione” di Raffaello, che nel 1797 fu portata a Parigi per volere di Napoleone e che nel 1816 tornò a Roma ma nei Musei Vaticani. Il convento annesso alla chiesa è articolato su due chiostri, nel primo del quale si trova il celebre Tempietto di Bramante, una delle opere più rappresentative dell’architettura italiana del Rinascimento.
(Gianluigi Spinaci)