Il Pantheon è uno degli esempi meglio conservati dell’architettura monumentale dell’antica Roma. La sua storia inizia nel 27 a.C., quando Marco Vipsanio Agrippa, genero, amico e collaboratore di Ottaviano, fece costruire un primo tempio in quest’area dedicato a “tutti gli dei”. Caduto in stato di abbandono e successivamente saccheggiato dai barbari, nel 609 d.C. fu donato dall’imperatore bizantino Foca a Papa Bonifacio IV che lo consacrò dedicandolo a Santa Maria ad Martyres e preservandolo in questo modo dalle spoliazioni che interessarono molti altri monumenti antichi in epoca medievale.
Nel 1625, sotto il pontificato di Urbano VIII Barberini, venne privato del rivestimento bronzeo del portico per fondere il baldacchino di San Pietro. Dall’episodio ebbe origine il celebre detto, affidato alla statua parlante di Pasquino: “Quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini”. Nel 1870, il Pantheon è divenuto sacrario dei re d’Italia, e accoglie le spoglie di Vittorio Emanuele II, Umberto I e Margherita di Savoia, oltre alle sepolture di numerosi artisti tra cui Raffaello Sanzio.
Ciò che più sorprende dell’architettura del Pantheon, insieme alla sua struttura cilindrica, sono le sue dimensioni: l’altezza dell’edificio è pari al diametro della cupola, poco più di 43 metri, caratteristica che rispecchia i canoni classici dell’architettura razionale romana. Al centro della cupola si apre un oculo di 9 metri di diametro, che consente alla luce naturale di penetrare e illuminare tutto l’edificio.
(Gianluigi Spinaci)