A Roma le gare di atletica non hanno mai raggiunto l’interesse e il seguito che invece hanno sempre avuto i giochi dei gladiatori quelli circensi. Il primo che fa costruire uno stadio nella zona di Campo Marzio è Giulio Cesare nel 46 a.C., per celebrare il suo trionfo organizzando anche delle gare di atletica, ma una volta terminata la manifestazione lo stadio venne rimosso.
Anche Ottaviano Augusto, nel 31 a.C., in occasione della vittoria riportata nella battaglia di Azio, fece costruire uno stadio temporaneo in legno sempre a Campo Marzio, che dopo la conclusione dei festeggiamenti fu smontato, senza che sia nemmeno rimasta una traccia precisa per identificare la zona esatta nella quale i due stadi vennero edificati.
Sarà solamente con l’imperatore Domiziano, nell’81 d.C., che Roma ebbe finalmente uno stadio di atletica permanente. È di forma rettangolare, con un lato corto a forma curva, è lungo 276 metri e largo 106 e può ospitare fino a 30.000 spettatori. Dopo l’abbandono dello stadio di Domiziano, edifici civili e religiosi vengono innalzati intorno alla cavea, seguendo fedelmente il perimetro dell’arena, lasciando libera l’area per le competizioni. È esattamente il quello spazio, chiamato da allora Campus Agonis, che si trova oggi piazza Navona.
(di Gianluigi Spinaci)