Lungo la via Casilina, fuori Porta Maggiore, c’è un luogo di culto molto frequentato dai pellegrini durante il Medioevo. È la catacomba dei Santi Pietro e Marcellino, custode delle reliquie dei due Santi martiri. Ai giorni nostri, però, le venerate spoglie non sono più qui. Gran parte di esse sono state sottratte e portate altrove nell’827 d.C., grazie all’aiuto di un famoso ladro e mercante di reliquie di nome Deusdona.
È un diacono di Santa Romana Chiesa e questo ruolo gli consente di muoversi con una certa disinvoltura e di accedere con facilità alle catacombe. Non fa tutto il lavoro sporco da solo. Ad aiutarlo ci sono i suoi due fratelli, Lunisio e Teodoro. A quanto pare, hanno messo in piedi un vero e proprio gruppo organizzato, che depreda sistematicamente i cimiteri sotterranei. Durante l’inverno, si procurano la merce.
Non appena arriva la bella stagione, partono con lunghe carovane e girano per i principali monasteri del nord Europa. Le tappe sono scandite dal calendario delle festività. Deusdona e i suoi sanno che queste sono le giornate in cui si fanno gli affari migliori. Durante le feste, infatti, i monasteri si riempiono di pellegrini, potenziali clienti interessati. Il commercio di reliquie è molto fiorente e rende bene.
Deusdona si presenta agli acquirenti con un vero e proprio catalogo, dal quale possono scegliere. Lavora anche su commissione. È Eginardo, consigliere di re Lotario I e biografo di Carlo Magno, a chiedere al mercante le reliquie dei Santi Pietro e Marcellino. Gli servono per il suo nuovo monastero a Seligenstadt, nell’odierna Germania.
(Sara Fabrizi)