Tra i più celebri “luoghi segreti” di Roma, Villa Bonaparte fu così descritta dalla scrittrice Lady Sydney Morgan, in viaggio a Roma nel 1820: “Di tutte le ville che possiede la famiglia Borghese, una sola offre il fascino inglese, l’eleganza francese e il gusto italiano coniugati nella maniera più felice: la Villa Paolina Bonaparte”.
Questo gioiello architettonico, che oggi ospita l’Ambasciata di Francia presso la Santa Sede, si trova tra Porta Salaria e Porta Pia, in via Piave 23. Venne commissionata alla metà del XVIII secolo dal cardinale Valenti Gonzaga, Segretario di Stato di Papa Benedetto XIV. Sul terreno dove oggi sorge la villa, si trovavano prima un frutteto e un vigna di proprietà dei Cacciaporci, ricca famiglia fiorentina, che li cedette poi al cardinale.
Per risalire all’origine del nome della Villa, bisogna fare un balzo in avanti nel tempo fino al 1816, quando Paolina Bonaparte la acquistò per farne la sua residenza a Roma e la restaurò decorandola con il gusto dell’epoca. I Bonaparte mantennero la proprietà fino al 1906. Dopo diversi passaggi di proprietà nel 1945 i beni del Reich vennero confiscati e la Francia acquistò la villa per farne la sua ambasciata presso la Santa Sede.
Villa Bonaparte è il primo esempio di architettura neoclassica in una Roma ancora barocca, ha una pianta rettangolare e si sviluppa su due piani a cui si aggiunge un attico. Originariamente, il giardino che circonda l’edificio era molto più ampio. Il cardinale Gonzaga, infatti, era un appassionato di fiori e piante esotiche e vi aveva fatto piantare i primi ananas di Roma e un giardino di essenze.