Conosci il Parco della Caffarella? Oggi percorriamo un itinerario magico tra gli antichi miti del dio Almone e della ninfa Egeria in cui a farci da guida, come in un racconto di Lewis Carroll, troveremo simpatici conigli bianchi. In un viaggio nel tempo tra cisterne monumentali, grotte segrete e casali cinquecenteschi.
Avventurarsi nei parchi di Roma è un’esperienza molto diversa rispetto a quella che si può sperimentare nelle aree verdi di altre città. Tra distese profumate di alberi ed erbe, infatti, affiorano le vestigia di un antico passato e capita persino che silenziosi rigagnoli anonimi nascondano l’imponenza di leggende secolari e miti oramai dimenticati che una volta, però, scossero intere comunità. Per non parlare degli incontri ravvicinati con animali di ogni tipo o, quantomeno, con i segni evidenti del loro passaggio: dagli aculei dei porcospini e degli istrici fino alle piume di un’upupa!
In particolare, quest’affascinante compagine di storia, biodiversità e arcaiche credenze collettive si rileva in tutta la sua potenza millenaria nel Parco della Caffarella, accesso principale nonché parte integrante del più ampio Parco Regionale dell’Appia antica.
Questa superficie di circa 190 ettari tra via Latina, via dell’Almone e le Mura Aureliane si raggiunge facilmente con la metro A, scendendo alla fermata Colli Albani.
Abbandonato lo scenario delle palazzine e delle strade trafficate, dall’ingresso in poi si spalancano gli occhi sulla meraviglia che ci saluta – fin da subito – con gli occhi dolci e gentili di un coniglio dai colori chiari: se ne incontrano a decine nel territorio del parco e ci danno l’impressione di entrare in una dimensione fatata, in un nostro personalissimo Paese delle meraviglie democraticamente riservato, però, a migliaia di visitatori e visitatrici come noi.
Questi piccoli amici dalle orecchie lunghe (a cui sconsigliamo, però, per il loro benessere, di dare da mangiare…) faranno capolino diverse volte durante l’escursione.
I più piccoli a questo punto saranno già definitivamente innamorati di questo posto!
Ma siamo solo l’inizio del nostro viaggio al Parco della Caffarella che, in compagnia dei bambini e delle bambine può anche prevedere una sosta presso La casa del parco (info qui), un locale gestito dall’associazione Humus Onlus che svolge molteplici funzioni: dalla caffetteria, all’orto didattico fino al centro estivo e all’asilo nido en plain air. Qui, per i piccoli ( e i grandi) più interessati alla scoperta della fauna del parco si possono anche prenotare corsi di birdwatching per tutte le età (del resto nel parco c’è anche un capanno pensato proprio per quest’attività).
La gita nel Parco della Caffarella non può che proseguire verso il casale cinquecentesco della Vaccareccia: si tratta di un edificio storico probabilmente edificato dai ricchi signori Caffarelli, rimaneggiato e modificato più volte costruito inglobando una preesistente torre medievale che – originariamente più alta – consentiva di controllare il terreno agricolo fino a quella che oggi è via Latina.
Nei dintorni, si vedono spesso pascolare greggi di ovini: una testimonianza straordinaria di una vivace Roma “agricola” dalle enormi potenzialità. All’interno della Vaccareccia, inoltre, è possibile acquistare dell’ottimo formaggio di pecora (cosa che noi di WayGlo consigliamo vivamente!).
C’è anche un bell’abbeveratoio dove non di rado capita di trovare volatili da fattoria intenti a fare “il bagno”. A questo scopo è bene ricordare che nei pressi di questo luogo straordinario è bene tenere i cani al guinzaglio…
Credit – cafferella.it
Non si può attraversare il parco della Caffarella senza notare la presenza fiabesca del fiume Almone, un affluente del Tevere, ritenuto sacro al tempo della Roma imperiale e attorno al quale si consumavano riti e cerimonie collettive dall’indubbio fascino. Oggi, lungo il torrente è bello fermarsi per fare un picnic con gli amici mentre, di quando in quando, si è distolti dalle proprie discussioni per il rumore dei tuffi delle piccole famigliole d’anatra.
Poco oltre, si trova il ninfeo di Egeria, un sito archeologico antichissimo. Una leggenda struggente racconta che in questo luogo silenzioso la ninfa Egeria si sia sciolta in lacrime creando la fonte d’acqua oggi ben conosciuta. La bella semidea, infatti, era innamorata del re Numa Pompilio, di cui divenne la moglie.
Ma la felice vita immortale della ninfa fu costretta a fare i conti con la morte dell’amato, una dipartita che la consegnò al mito.
Incredibili, poi, sono le molte cave romane che si trovano nel sottosuolo e che alimentano molte leggende. La maggior parte di questi posti da cui si estraeva la pozzolana, una pietra magmatica rossa, oggi sono diventate delle fungaie.