L’Appia Antica è un crocevia di storie. Camminare lungo questa strada significa poter davvero viaggiare nel tempo. Con questo itinerario, scopriremo alcuni dei luoghi simbolo della via, capaci di evocare vicende che attraversano ogni epoca.
Porta San Sebastiano
L’itinerario storico lungo il tracciato della via Appia Antica non può che cominciare dal punto in cui la strada esce dalla città: Porta San Sebastiano, edificata intorno al 275 d.C. Ai giorni nostri, ospita il Museo delle Mura, un piccolo gioiello da visitare assolutamente. Varcando la soglia, ci si può quasi calare nei panni di un soldato dell’antica Roma, impegnato in un turno di guardia in difesa della città. Si può percorrere un lungo tratto del camminamento di ronda, in cui si riconoscono ancora le feritoie per gli arcieri. E poi salire in cima alla torre, scoprendo una suggestiva vista sulla parte sud della Capitale.
Villa di Massenzio
Proseguendo sulla strada, si raggiunge la Villa di Massenzio, la fastosa dimora del rivale di Costantino, morto nel 312 d.C., nella celebre battaglia di Ponte Milvio. I giganteschi resti che si ammirano non appena superato l’ingresso appartengono al grande circo privato dell’imperatore, capace di ospitare circa 10mila spettatori. Più in là si scorge l’involucro ormai vuoto del cosiddetto Mausoleo di Romolo. Il nome non deve trarre in inganno. Il giovane sepolto in questa tomba, infatti, non è il primo re di Roma, ma il figlio primogenito di Massenzio, colui che avrebbe dovuto portare avanti la sua stirpe, morto adolescente.
Mausoleo di Cecilia Metella
All’altezza del terzo miglio della via Appia Antica, ecco venirci incontro un monumento che vive a cavallo di due epoche: il Mausoleo di Cecilia Metella. Costruita nel I secolo a.C., nel Medioevo questa tomba cambia destinazione. Prima i Conti di Tuscolo, poi i Caetani, famiglia di papa Bonifacio VIII, ne acquisiscono la proprietà. Intorno al 1303, l’edificio funebre viene fortificato e trasformato nel torrione di un castello, il castrum Caetani. All’interno del recinto di mura, oltre al palazzo dei Caetani, sorge anche la chiesa di San Nicola, ancora oggi visibile. Nel marzo del 2022, in zona è partita una campagna di scavo, volta a far luce su questa particolare fase storica del sito.
Cappella di Reginald Pole
Il nostro viaggio nel tempo lungo l’Appia Antica prosegue fino a condurci nel pieno del Rinascimento, esattamente al 1539. È questo l’anno in cui viene costruito il piccolo edificio che si trova poco oltre il bivio con via della Caffarella: la cappella del cardinale Reginald Pole. Si tratta di un ex voto, cioè di un atto di ringraziamento per una grazia ricevuta in questo luogo. Proprio qui, l’alto prelato è riuscito a sfuggire a un agguato mortale tesogli dai sicari di re Enrico VIII. Il re d’Inghilterra, infatti, lo considera un rivale e un nemico da mettere a tacere per sempre visto che Pole si oppone con forza alla riforma anglicana.
L’ex Cartiera Latina
Tornando sui nostri passi, ci affacciamo sulla soglia dell’Ex Cartiera Latina (nella foto dal sito parchilazio.it), oggi sede dell’Ente regionale Parco Appia Antica. Già nel lontano 1061, in questo luogo si trovava un impianto produttivo dedicato alla follatura dei panni. Era la cosiddetta Valca di Acquataccio. Qui si può rivivere un momento molto particolare della storia di Roma: la terribile epidemia di peste del 1656. Quando il morbo penetra in città e i contagi cominciano a salire, le autorità allestiscono un lazzaretto sull’isola Tiberina e si preoccupano della disinfezione degli oggetti degli appestati. La Valca dell’Acquataccio viene adibita al lavaggio di lane e materassi che vengono dalle case dei cittadini colpiti dalla malattia.
Casale di Santa Maria Nova
Al confine con la maestosa Villa dei Quintili, sorge l’affascinante e misterioso complesso di Santa Maria Nova, un grande casale medievale immerso nella campagna romana. Negli anni Sessanta, la proprietà viene acquistata da un facoltoso produttore americano, Evan Ewan Kimble e da sua moglie, che spesso accolgono nella loro dimora ospiti di fama. Tra gli altri anche Brigitte Bardot che, durante il suo soggiorno, viene spaventata da una strana presenza. Di notte, a quanto pare, nel casale si sente risuonare la voce di una bambina che canta filastrocche infantili. Dicono si tratti del fantasma di Tulliola, la figlia di Cicerone.
Complesso di Capo di Bove
Ultima tappa di questa passeggiata a spasso nel tempo: il complesso di Capo di Bove, in via Appia Antica 222. Si tratta di un’area che custodisce i resti di un antico impianto termale, con mosaici, marmi colorati, intonaco dipinto, vasche. Ciò che ci spinge fin qui, però, è il fatto che il complesso ospita l’Archivio e la biblioteca del giornalista Antonio Cederna. L’uomo che ha combattuto strenuamente per salvare l’Appia Antica dalla cementificazione selvaggia. Se oggi possiamo percorrere questo cammino e ammirarne le bellezze, lo dobbiamo anche a lui.
(Sara Fabrizi)