Una stampa d’epoca che raffigura l’ingresso al Quirinale di Vittorio Emanuele II con i suoi aiutanti di campo
Dal 17 marzo del 1861, giorno della proclamazione del Regno d’Italia, la capitale è cambiata più volte: prima Torino poi Firenze e infine Roma. In seguito all’Unità d’Italia suggellata da Cavour, iniziarono le pressioni del re Vittorio Emanuele II nei confronti di papa Pio IX, invitato ripetutamente a lasciare il proprio dominio temporale. La situazione rimase invariata finché regnò Napoleone III, imperatore francese contrario alla sparizione dello Stato Pontificio, che cadde nel 1870 eliminando l’ultimo ostacolo. Dopo che il 20 settembre i bersaglieri aprirono una breccia nelle mura aureliane, nei pressi di Porta Pia, ed entrarono a Roma, il 21 gennaio 1871 venne approvata la legge che trasferì definitivamente la capitale.