“Signori! La città di Roma, la capitale d’Italia […] ogni anno è funestata dalle inondazioni del Tevere che corrompono l’aria e rendono il clima insalubre per una parte dell’anno. Quando poi arrivano le piene straordinarie due terzi della città rimane allagata.” Con queste parole rivolte ai membri della Camera, Giuseppe Garibaldi sintetizza la drammatica situazione in cui versa la città, il 26 maggio 1875. Egli avanza la proposta di bonificare l’Agro romano e deviare il corso del Tevere. Il piano viene approvato e i fondi stanziati. Ma, alla fine, gli verrà preferito il progetto dell’ingegner Canevari che prevede la costruzione dei Muraglioni.
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