“Entrate, o signori, e prendete i buoni posti. Ecco che si comincia l’opera!”. Nell’Ottocento, chi passeggia nei dintorni di palazzo Fiano, in piazza di San Lorenzo in Lucina, viene invitato a gran voce a scendere i gradini che portano nel seminterrato. Al costo di 5 baiocchi, ci si può sedere per assistere allo spettacolo. In scena non ci sono attori in carne e ossa, ma burattini. Marionette che con le loro commediole intrattengono una vera folla, affamata di divertimento.
Chi, invece, ha davvero un certo languorino deve soltanto salire di un piano e trovare un tavolo libero alla Trattoria Reale. Anche qui c’è da divertirsi. Soprattutto se ci si capita in una di quelle sere in cui ci sono i membri della Società di Ponte Molle. Sono tutti artisti, provenienti da ogni parte del mondo: russi, polacchi, francesi, spagnoli e soprattutto tedeschi. Sono proprio questi ultimi ad aver dato vita al gruppo, fondato nel 1813. Il nome si ispira a un luogo di grande significato simbolico per loro: Ponte Milvio, tappa obbligata per coloro che giungono a Roma da nord. A unirli in questo sodalizio non c’è soltanto l’amore per il bello, ma anche quello per il divertimento e il buon vino. Non a caso la loro insegna è la fojetta, cioè il mezzo litro.
Spesso, fuori dalla trattoria Reale sventola una bandiera con sopra tre bottiglie e la scritta “Viva la fojetta”. Significa che, quella sera, la Società di Ponte Molle si riunisce nel locale. Entrando, forse, si potrebbe assistere a una tipica cerimonia di iniziazione. Chiunque voglia far parte del gruppo, infatti, deve sottoporsi a una serie di spassose prove. Naturalmente, l’evento si conclude con un giro di bevute offerto dal novellino. Massima aspirazione dei sodali è potersi fregiare del baiocco, l’onorificenza ideata per rendere omaggio ai membri più illustri. Il grande scultore Bertheld Thordvalsen la riceve proprio qui, nella trattoria Reale, la sera del 12 settembre 1841, in occasione del banchetto organizzato per festeggiare il suo secondo viaggio a Roma.
(Sara Fabrizi)