Terrecotte architettoniche dalla via Latina, Triade Capitolina – Giove, Giunone, Minerva, inizi I secolo a.C., Musei Capitolini, Antiquarium
Si arricchisce di contenuti multimediali la mostra La Roma della Repubblica. Il racconto dell’archeologia a Palazzo Caffarelli, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura.
Inaugurata a gennaio 2023, a cura di Isabella Damiani e Claudio Parisi Presicce, la mostra espone principalmente le collezioni di proprietà comunale conservate nei magazzini e nei musei della Sovrintendenza: circa 1800 opere quasi tutte visibili al pubblico per la prima volta.
All’interno della sala multimediale, situata al principio del percorso espositivo, è stata realizzata una videoproiezione immersiva, che narra le vicende della storia repubblicana di Roma, con l’espandersi del controllo sull’Italia e dell’egemonia sul Mediterraneo, attraverso i lunghi secoli dell’età della Repubblica.
La proiezione avviene su due piani: il primo di fronte al visitatore, su una parete semicircolare che quasi lo avvolge e il secondo ai suoi piedi, creando un ambiente semi immersivo. Le tappe dell’inesorabile espansione di Roma sono ripercorse grazie a una serie di cartografie tematiche proiettate a terra, mentre sulla parete frontale sono rappresentati gli episodi salienti, i luoghi e i protagonisti della storia. Il racconto avviene attraverso l’ausilio di videoproiezioni, grafica e di riproduzioni, con effetto olografico, di alcuni dei reperti in mostra, di grafici e di linee del tempo animate, il tutto accompagnato da un supporto audio.
Proseguendo nel percorso espositivo, nella Sala 7 è stato allestito un nuovo impianto didascalico interattivo per presentare la significativa raccolta di reperti numismatici, rappresentativi della storia della monetazione e dell’economia dei lunghi secoli della Repubblica.
Il progetto costituisce il secondo capitolo (dopo la mostra La Roma dei Re, 2018) del grande ciclo ‘Il Racconto dell’Archeologia’, basato principalmente sulle collezioni di proprietà comunale conservate nei magazzini e nei musei della Sovrintendenza. Secondo l’impostazione data a questo progetto pluriennale si è dato particolare rilievo, nella struttura e nella costruzione del percorso espositivo, a contesti archeologici – conosciuti principalmente attraverso la bibliografia specialistica e in molti casi totalmente inediti – come chiave di lettura della ricostruzione degli aspetti salienti della società romana e delle sue trasformazioni nel lungo periodo compreso tra il V secolo e la metà del I secolo a.C. Il percorso espositivo, articolato in 3 sezioni principali, è costituito da una ricca selezione di circa 1.800 opere, tra cui manufatti in bronzo, pietra locale, in rari casi marmo, soprattutto terracotta e ceramica. Elemento di notevole impatto è il colore, restituito come proposta fondata sull’analisi delle terrecotte che un’attenta opera di ricomposizione consente di attribuire ad articolati moduli decorativi.
La quasi totalità delle opere in mostra non è solitamente esposta al pubblico; in molti casi si tratta di oggetti finora conservati nelle casse dell’Antiquarium, per la prima volta restaurati ed esibiti. Al materiale pertinente alle collezioni dell’Antiquarium si aggiunge una scelta, rilevante per qualità, di opere conservate alla Centrale Montemartini, tra le quali spiccano l’urna in marmo dall’Esquilino, la piccola scultura di capro in bronzo da via Magenta e i resti di affresco dalla cosiddetta Tomba Arieti. Dal settore museale del Campidoglio proviene infine una selezione di ritratti di età tardo-repubblicana, in parte esposti nelle sale dei Musei Capitolini, in parte solitamente conservati nei magazzini.
La sezione quantitativamente più consistente dell’intero percorso illustra i resti archeologici che testimoniano le fasi costruttive, le caratteristiche artigianali e il livello artistico degli edifici templari sul Campidoglio e nel Campo Marzio. Di grande impatto, per la proposta ricostruttiva con i colori originari, sono le lastre di rivestimento di largo Argentina databili tra la seconda metà del IV secolo a.C. e la metà del I secolo a.C. Nel caso del Campidoglio, inesauribile fonte di informazioni, accanto alla ricostruzione del monumentale frontone di età repubblicana del Tempio di Giove Ottimo Massimo, vengono presentati per la prima volta, insieme ai materiali del già noto deposito votivo della Protomoteca, i contesti votivi venuti in luce con i lavori per la costruzione della Galleria di Congiunzione. Un aspetto troppo spesso trascurato nella considerazione della Roma repubblicana, che si vuole qui valorizzare, è quello della devozione popolare di cui si trova traccia nei depositi votivi. Il più importante esempio è quello dedicato a Minerva Medica all’Esquilino, scoperto a fine Ottocento. Esposti per la prima volta al pubblico sono i resti del deposito votivo anch’esso venuto in luce nello stesso periodo a Campo Verano, e quelli individuati negli anni Trenta del Novecento nel corso dello sbancamento della collina Velia e presso il Mitreo del Circo Massimo. Un complesso di materiali a lungo ignorato e finora noto solo attraverso singoli elementi di particolare livello artistico è costituito dai resti di 11 figure in terracotta rinvenuti nell’Ottocento presso la via Latina. Grazie a una lunga attività di studio, restituzione grafica, restauro integrativo dei frammenti originali con tecnologie di rilievo 3D, di scultura digitale e stampa 3D, è ora possibile proporre la Triade Capitolina, Giove, Giunone e Minerva, da ricollocare idealmente entro uno spazio frontonale. Si tratta di un altissimo esempio di coroplastica databile all’inizio del I secolo a.C.
L’organizzazione delle infrastrutture cittadine è esemplificata dalle testimonianze archeologiche sulle modalità di approvvigionamento idrico prima della diffusione degli acquedotti garantito dai numerosissimi pozzi scavati ai margini dei colli. In mostra sono allestite le decine e decine di brocche talvolta con lettere inscritte, accumulati nei pozzi di Largo Magnanapoli sul Quirinale, riconducibili al momento di dismissione dei pozzi. I resti delle domus patrizie del Campidoglio sono testimoniati da frammenti di pavimenti decorati con schemi geometrici (fasce rettangolari, croci, rombi), realizzati con tessere bianche e nere o con pietre policrome.
Gli aspetti della produzione artigianale sono un punto di vista privilegiato per seguire lo sviluppo dei sistemi produttivi. La ceramica offre una chiave di lettura importante dal momento che questo materiale ha lasciato tracce più durevoli rispetto ad altre attività, quali la lavorazione della pietra, dei metalli e del legno che pur avevano un posto fondamentale nella vita della città. L’esposizione racconta le tappe di sviluppo dell’artigianato di qualità che, da forme e tecniche legate alle tradizioni dell’età arcaica si sviluppa nel corso dei secoli IV e III con nuove produzioni, le stoviglie interamente verniciate, sia in rosso sia in nero e il vasellame decorato a figure rosse. La tecnica dello stampo assume un ruolo molto importante nelle produzioni di particolari oggetti, come i votivi anatomici ed è ben individuabile nelle produzioni dei piccoli altari (arule) che hanno particolare fortuna nell’età medio-repubblicana e nelle matrici di terracotta presentate in mostra.
Numerosi sono gli oggetti e i simboli attraverso i quali determinate categorie sociali volevano comunicare l’alto status raggiunto o rimarcarne l’antica appartenenza. L’autocelebrazione dell’aristocrazia e delle famiglie emergenti trova un importante luogo di espressione, durante l’età repubblicana, nei monumenti funerari posti lungo le vie di accesso alla città, da leggere nel più vasto programma di controllo delle istituzioni e della vita politica cittadina. Le decorazioni ad affresco della tomba Arieti all’Esquilino con scene legate al combattimento e al trionfo, i gruppi scultorei in pietra da Campo Verano forse appartenenti a un monumento commemorativo, l’urna in marmo greco ancora dall’Esquilino costituiscono testimonianza del rango dei defunti cui erano pertinenti, ma sono anche spunti per valutare caratteri e livello del linguaggio artistico con cui erano espressi.
A questo link è possibile acquistare i biglietti, divisi in fasce orarie.