Poetica e sguaiata, malinconica e fiera, potente, onirica e bellissima.
Questa è la Roma di Federico Fellini e attraversarla è un privilegio che trasforma in arcano incantatore chiunque si metta in viaggio sulle sue orme.
Un itinerario in cui tutto è possibile, purché ci si lasci afferrare le mani dal Sogno.
Federico Fellini è stato uno dei massimi registi italiani, con 4 premi Oscar vinti per “La Strada”, “Le notti di Cabiria”, “8 1/2” e “Amarcord”, oltre a vedersi riconosciuto l’Oscar alla carriera nel 1993. Un maestro indiscusso della cinematografia, un inguaribile “bugiardo” – come si definiva egli stesso – che, in realtà, si limitava a confondere sovente menzogna e immaginazione, aprendo ovunque inaspettati varchi verso mondo incantati che diventavano, così, accessibili a tutti.
Guardando i suoi film, si finisce sempre come Roberto Benigni ne “La voce della Luna” che inciampa in varchi o botole inaspettate che ci portano esattamente dove vogliamo andare.
Lasciamoci trascinare da Fellini in una Roma insolita, tra donne meravigliose e gigantesche che governano i destini degli uomini, al seguito di bande musicali che si materializzano accanto ad astronavi e tendoni da circo. Sorprendiamoci a danzare nella fanfara a ritmo di valzer, per vivere l’Urbe in maniera del tutto nuova.
E che il circo della vita di Roma abbia inizio!
Ecco le tappe nella Roma visionaria di Fellini:
- La casa di Fellini a via Margutta
- La fanfara, la danza, la malinconia e la magia all’Idroscalo di Ostia
- La sensualità alla Fontana di Trevi
- Via Veneto, la nascita del mito
- Il dottor Antonio come Gulliver, all’Eur
- Rabbia e sogni nella casa abbandonata, a Ostia
- Il legame di Fellini con Cinecittà, e la mostra “Felliniana”
- Il lungotevere Fellini e le strade della memoria
LA CASA DI FELLINI A VIA MARGUTTA
Iniziamo, idealmente, il nostro viaggio nella Roma di Fellini partendo con lui proprio dalla casa del regista, in via Margutta 110, nel pieno centro di Roma, a poca distanza da piazza del Popolo. Oggi, a ricordarlo, c’è una targa e l’emozione che si vive, passando per strada e osservando quella che era la sua terrazza e le finestre dietro alle quali si svolgeva la sua vita con Giulietta Masina, riempie il cuore di tenerezza. Una curiosità: nell’interpretare la parte di se stesso ne “Il tassinaro”, film interpretato e diretto dall’amico Alberto Sordi, Federico Fellini si fa venire a prendere proprio davanti al portone della sua abitazione…
LA FANFARA, LA DANZA, LA MALINCONIA E LA MAGIA ALL’IDROSCALO DI OSTIA
Nel film 8 e mezzo, molte scene sono girate a Cinecittà, ma una delle location più memorabili è l’Idroscalo di Ostia. Qui, ha luogo la marcetta finale con la musica – fortunatissima – di Nino Rota che accompagnerà per sempre, nell’immaginario collettivo, la figura del maestro Fellini e il talento attoriale di un mostro sacro come Marcello Mastroianni. Un cerchio, un mago, una danza, la musica di una festa con qualche malinconia. Le lacrime scendono e non si sa neppure perché, guardando questa scena che potrebbe essere anche un omaggio alle Totentanz ( e che sarà, in qualche modo, d’ispirazione anche a al cineasta Emir Kusturica nel suo capolavoro “Underground”). Ma che importa? Tutto è meravigliosamente geniale, onirico, folle e portatore di una qualche spensieratezza bambina.
LA SENSUALITA’ ALLA FONTANA DI TREVI
La bella Anita Ekberg e il suo bagno nella fontana più famosa del mondo sono un biglietto da visita per Roma che non smette ancora d’incantare. Echi di quel “Marcello, come here!” risuonano ancora oggi, sotto il fragore dell’acqua che scorre come una benedizione imitando nella forma la piega perfetta dei capelli dell’attrice che diventa, qui, quasi una divinità fluviale in una Capitale deserta, fascinosa e magnetica come mai prima.
VIA VENETO, LA NASCITA DEL MITO
Via Veneto, prima di Fellini e, soprattutto, prima de “La Dolce vita” semplicemente non esisteva o, meglio, non aveva affatto quel carattere glamour che il grande regista le ha imposto sulla scena internazionale. Dopo, è stato uno sciamare di stelle di Hollywood, una strada dove chiunque passasse per Roma voleva andare. Un dato che non può non rafforzare il legame di Fellini con questa città.
IL DOTTOR ANTONIO COME GULLIVER, ALL’EUR
L’Eur è una magnifica scenografia futurista e Federico Fellini ne ha colto tutta la visionaria capacità espressiva in alcune sequenze del film capolavoro Boccaccio ’70. In particolare, le linee verticali metafisiche del Museo della civiltà italiana (meglio conosciuto sotto il nome di “Colosseo quadrato”) è la location ideale in cui il piccolo dottor Antonio si confronta con le sue ossessioni rappresentate, ancora una volta, da un’Anita Ekberg gigantesca, di proporzioni colossali che lo blandisce e si prende gioco di lui con una carica vitale trascinante.
RABBIA E SOGNI NELLA FABBRICA ABBANDONATA, A OSTIA
“La voce della Luna” è il testamento cinematografico di Federico Fellini, “redatto” attraverso le voci dei due straordinari interpreti, Paolo Villaggio e Roberto Benigni. In una delle scene cult del film, il prefetto Gonnella (Paolo Villaggio), con il suo caratteraccio e la sua rabbia per nulla latente, entra in una fabbrica abbandonata. Al suo interno, trova una discoteca in cui giovani ballano sulle note di un brano di Micheal Jackson. Questa struttura, in realtà, è in viale Romagnoli ad Ostia. Ancora perfettamente riconoscibile, oggi è il cinema multisala “Cineland”. Una piccola curiosità: quando Fellini era impegnato con le riprese de “La voce della Luna” a Ostia, a poca distanza, gli U2 realizzavano una delle loro clip più famose, “All I want is You”.
IL LEGAME DI FELLINI CON CINECITTA’ E LA MOSTRA “FELLINIANA”
In fondo, si potrebbe dire che la vera casa di Federico Fellini sia stata Cinecittà. Qui, molte delle scene dei suoi film hanno preso vita; qui, il regista ha lavorato fianco a fianco con il maestro Dante Ferretti per costruire le scenografie premiate e osannate dal mondo intero. Cinecittà non è certamente un posto come gli altri e per capirlo basta varcarne i cancelli. A irrobustire quest’idea interviene una mostra permanente, dal titolo “Felliniana” ospitata proprio tra gli studios. Per calarsi nella dimensione visionaria felliniana non c’è nulla di meglio che visitare questa esposizione suddivisa in tre sale dove la magia è dietro l’angolo.
IL LUNGOTEVERE FELLINI E IL PERCORSO DELLA MEMORIA
Tra il Tevere e Monte Mario, c’è un piccolo tratto di strada che è stato recentemente dedicato al cineasta italiano più famoso di tutti i tempi. Il Lungotevere Fellini è il luogo in cui idealmente si pone fine all’itinerario sulle tracce del maestro romagnolo a Roma. Si trova tra il ponte della Musica e largo Maresciallo Giardino. Un posto importante, anche perché rappresenta un desiderio realizzato di Fellini. Una volta, infatti, il maestro dichiarò che se mai gli avessero dedicato una strada, gli sarebbe piaciuto fosse un tratto di lungotevere. Un posto per ricordarlo sempre. E continuare a sognare.