Il Tempietto di San Pietro in Montorio, situato nell’omonima via, è racchiuso nel cortile dell’ex monastero che oggi ospita l’Accademia di Spagna. Il nome con cui è conosciuto è il tempietto del Bramante, riferito al suo ideatore, ed è un piccolo capolavoro del Rinascimento.
Il monumento sorge in una zona dal significato simbolico, ricollegata alla leggende del martirio di San Pietro che sarebbe avvenuto proprio sul Gianicolo. Gli studi storici smentiranno questa storia, collocando la crocefissione di Pietro nel Circo di Nerone in Vaticano, ma nel Cinquecento molti sono convinti che il luogo sia quello del Gianicolo.
Nel 1480 Ferdinando d’Aragona invia una lettera ad Amedeo Menez de Silva, frate francescano che da anni vive all’interno del monastero di San Pietro in Montorio. Il papa Sisto V gli affida il compito di rifondare l’antico cenobio. Il sovrano spagnolo concede 2000 fiorini d’oro per l’opera, donazione che serve ad onorare un voto solenne, fatto alcuni anni prima. Ferdinando con sua moglie Isabella di Castiglia cercavano di mettere al mondo un figlio maschio, e temendo di non riuscire a dare alla luce l’agognato erede, i sovrani tentano la via della fede. Entrambi si rivolgeranno anche ad Amedeo Menez de Silva, cui chiederanno l’intercessione con Dio. E il 30 giugno 1478 nascerà Giovanni, il primogenito maschio.
Un racconto dettagliato di questo luogo, e altri cento, è presente nel volume Monteverde Gianicolo. I 100 (+1) luoghi della storia, a cura di Sara Fabrizi, edito da Typimedia editore, 2022.