Elegante e un po’ snob, Parioli è un quartiere moderno, istituito ufficialmente molti anni dopo la proclamazione di Roma Capitale. Sul suo certificato di nascita si legge la data del 1921. Ciò non significa, però, che questo territorio non abbia una storia antica. Ecco un breve itinerario da percorrere da soli o in compagnia per ritrovare le tracce del suo passato.
Monte Antenne
Il nostro viaggio comincia in salita, lungo il sentiero che conduce in cima a Monte Antenne. Alla fine della strada, immerso tra la vegetazione selvaggia, si scorge l’ingresso a Forte Antenne, struttura militare edificata alla fine dell’Ottocento. Le sue fondamenta poggiano su quel che rimane di Antemnae, la città di fronte ai due fiumi, eretta sullo sperone di roccia che guarda alla confluenza del Tevere con l’Aniene. Secondo la tradizione, sono i romani a distruggerla nel corso della guerra che si scatena in seguito al Ratto delle Sabine.
Fonte di Anna Perenna
Dalla sommità di un monte alle profondità di una grotta sotterranea. In via Guidubaldo del Monte 4, a due passi da piazza Euclide, c’è l’ingresso alla fonte di Anna Perenna. Un luogo di culto dedicato a una divinità ancestrale, Anna Perenna, legata al perpetuo fluire del tempo e al rinnovarsi dell’anno. La sua festa si teneva alle idi di marzo. In quell’occasione, i romani si recavano in un bosco sacro nei dintorni della via Flaminia, dove celebravano la dea con banchetti, danze, giochi e canti. Fulcro della festa era il vino. Se ne beveva a fiumi, augurandosi di vivere tanto quante erano le coppe che si riusciva a consumare. In epoca tardo antica, il culto della dea si andrò trasformando in qualcosa di più oscuro. Presso la fonte si riunivano maghi e fattucchiere, a cui ci si rivolgeva per maledire i propri nemici.
Villa Romana dell’Auditorium
Alla ricerca delle tracce dell’antico nel quartiere Parioli, si raggiunge l’Auditorium Parco della Musica. Incastonata tra le sale costruite come delle grandi casse armoniche, si scopre un’area archeologica che ci riporta indietro di secoli. Dalla terra emergono i resti di una grande villa di epoca romana, che ha attraversato fasi differenti. Tutto comincia nel VI secolo a.C., quando un ricco contadino investe il suo denaro per costruirsi una bella fattoria. Tempo dopo, l’edificio viene distrutto. Sui suoi resti viene realizzata una villa patrizia. In base ai ritrovamenti, alcuni archeologi hanno avanzato l’ipotesi che questa struttura fosse parte del santuario innalzato al culto di Anna Perenna.
Mausoleo di Lucio Aufidio Aprile
La passeggiata procede lungo il tracciato della via Flaminia. All’altezza del civico 122 c’è la sede dell’Ordine dei notai di Roma. Nel cortile retrostante l’edificio, c’è una sorta di grande buca scavata nel terreno. Basta affacciarsi alla balaustra che la circonda per accorgersi che lì sotto, nascosto da una coltre di foglie secche, muschio ed erba, c’è un mausoleo. È il sepolcro di Lucio Aufidio Aprile, un artigiano vissuto nel I secolo d.C.
Ponte Salario
Il cemento e l’asfalto nascondono l’antichità carica di storia di Ponte Salario. Sorto al tempo degli Etruschi, distrutto e ricostruito più volte, del ponte originario restano soltanto due piccoli archi, visibili dalla sponda del fiume Aniene. Queste pietre hanno assistito a tanti momenti salienti dell’epopea di Roma: l’impresa di Manlio Torquato, la sosta del condottiero barbaro Ricimero, l’assedio degli ostrogoti di Vitige.