La funzione sociale della street art ha attecchito anche a San Basilio, il quartiere forse più famoso di Roma in quanto a cronaca nera. Qui è nato il progetto SanBa, che ha avuto due momenti distinti nel 2014 e nel 2015, grazie al team Walls che, oltre alla riqualificazione della zona, aveva anche l’obiettivo di incentivare un nuovo flusso di turismo verso le cosiddette periferie difficili.
Il progetto ha visto il coinvolgimento di numerosi artisti e delle persone del posto che, oltre a decidere i soggetti da realizzare, hanno contribuito rifocillando gli stomaci degli artisti. Sono stati realizzati anche workshop e laboratori per gli studenti. Nella prima fase del 2014 i murales sono stati realizzati da Liquid e Agostino Iacurici. Liquid ha scelto un muro di via Maiolati su cui ha realizzato El renacer. Al centro dell’opera c’è un enorme rastrello che trascina via i numerosissimi simboli della società industriale per permettere a fiori e natura di rifiorire liberamente. Il rinascimento a cui aspira Liquid è sia urbano che ambientale. In via Fiumanata, Liquid passa dalla rinascita al divenire.
Il secondo murales, Devenir, è un’esplosione di fiori, colori e strane creature. È ciò che Liquid augura al quartiere. Agostino Iacurci, invece, ha scelto via Osimo per il suo primo murales The Blind Wall, in riferimento alla mancanza di finestre che caratterizza il palazzo scelto. Qui ha dipinto un uomo seduto con un annaffiatoio in mano a rappresentare il quartiere che si prende cura di se stesso.
Il suo secondo murales, The globe, vede invece una mano che regge una sfera di cristallo al cui interno vediamo case, alberi e montagne. Anche questo è un invito a prendersi cura del proprio quartiere.
La seconda fase del 2015, invece, ha visto la trasformazione di via Arcevia che da anonima piazza è divenuta una galleria a cielo aperto. Hitnes ha realizzato qui sei diverse facciate piene di enormi animali, coloratissimi e molto realistici, che accompagnato la passeggiata del visitatore.

San Basilio, l’opera di Blu
Blu ha deciso invece di omaggiare il patrono del quartiere, San Basilio appunto, che diviene nella sua opera il santo protettore delle case occupate in grado di fermare i poliziotti in tenuta antisommossa, ricordando Fabrizio Ceruso che perse la vita negli scontri per il diritto alla casa del 1974. Il murales è piaciuto a tutti, ma non al Comune che, dotato di pennelli alla mano, ha deciso di censurare l’opera eliminando i poliziotti fino ad allora ritratti.
(Giulia Torrisi)