Di fronte al cortile d’ingresso della chiesa di Santa Cecilia a Trastevere, dedicata alla patrona della musica, è avvenuto uno degli eventi più significativi della cristianità. Vissuta tra il II e il III secolo, rea di aver tentato di convertire al cristianesimo il marito Valeriano e il fratello Tiburzio, Cecilia subisce un lunghissimo martirio. Sopravvive a tre giorni di supplizio all’interno del calidarium, la sala dei vapori caldi degli ambienti termali, della sua abitazione. La sua agiografia vuole che, mentre i suoi aguzzini tentano di asfissiarla con il fumo, un angelo sia accorso in suo aiuto con vapori freschi che la salvano.
Viene così condannata alla decapitazione, ma la sua morte non è immediata neanche in questo caso: la spada si abbatte su di lei per ben tre volte ma Cecilia continua a vivere, compiendo anche alcuni gesti miracolosi prima di spirare. Il suo corpo viene sepolto nelle catacombe di San Callisto, sulla via Appia, mentre la casa dove abitava viene trasformata in una chiesa. Il suo corpo viene ritrovato nell’anno 820, miracolosamente intatto e avvolto in una veste ricamata d’oro. Papa Pasquale I fa trasportare il corpo della Santa nella chiesa a lei dedicata dove resta fino alla riesumazione del 1599.
Sotto il livello della chiesa sono stati trovati i resti di un edificio di età imperiale che comprende abitazioni, botteghe e terme che risalgono al II secolo, ancora oggi visitabili. Secondo la leggenda, è qui che si trova il calidarium in cui è stata martirizzata Santa Cecilia.
(Gianluigi Spinaci)