Nel 1935, il governatore di Roma, Giuseppe Bottai, avanza una proposta che accende di entusiasmo Mussolini: candidare Roma per la futura Esposizione Universale. Il duce non può che approvare un progetto concepito per esaltare il Genio italico, mostrandolo a tutto il mondo. Due anni dopo, i lavori prendono avvio con un gesto simbolico: la messa a dimora di un pino romano. È il 28 aprile 1937. Comincia così la storia del quartiere Eur, che ripercorreremo attraverso 5 luoghi simbolo.
Palazzo degli Uffici

Palazzo degli Uffici
“La Terza Roma si dilaterà sui altri colli lungo le rive del fiume sacro sino alle spiagge del Tirreno”. Così recita la scritta che giganteggia sulla facciata del Salone delle Fontane, al pianterreno del Palazzo degli Uffici. Questo maestoso edificio è il primo a venire costruito poiché ha lo scopo di ospitare la sede dell’Ente esposizione universale. Sotto le sue fondamenta, giace la prima pietra del quartiere, posata il 27 ottobre 1937, nei giorni in cui si celebrava l’annuale della marcia su Roma. Un gigantesco bassorilievo, scolpito da Publio Morbiducci, orna l’ingresso. Si intitola “La Storia di Roma attraverso le opere edilizie”.
Nei sotterranei si nasconde una sorpresa: un bunker antiaereo capace di ospitare almeno trecento persone. È concepito per dare riparo ai dipendenti dell’ente Eur, in caso di bombardamento.
Palazzo della Civiltà Italiana
Per i romani è il “Colosseo Quadrato”. Ma il suo vero nome è Palazzo della Civiltà italiana. Si tratta dell’edificio più importante dell’Eur, concepito quasi come un tempio della stirpe italica.
Nel bando di concorso per la sua costruzione, diffuso nel luglio del 1937, viene richiesto espressamente di utilizzare materiali da costruzione locali, limitando l’uso del ferro, “in obbedienza alle direttive fissate per l’autarchia della nazione”.
Il progetto prescelto porta la firma di tre architetti: Giovanni Guerrini, Ernesto La Padula, Mario Romano. Sono loro a disegnare questo gigantesco cubo dallo scheletro in cemento armato, rivestito di travertino, materiale dalle reminiscenze imperiali. File di arcate scandiscono la facciata, conferendogli quella fisionomia caratteristica che lo avvicina per certi versi al Colosseo.
Basilica dei Santi Pietro e Paolo

Basilica dei Santi Pietro e Paolo
Collocata in cima a una collina, nel punto più elevato di questo territorio, la Basilica dei Santi Pietro e Paolo è parte del progetto originario dell’Eur. I lavori per la sua realizzazione vengono avviati nel 1939, anno in cui si celebra il decennale della firma dei Patti Lateranensi. L’importanza attribuita al grande edificio religioso e la sua vicinanza con il Palazzo della Civiltà sembrano voler rappresentare in chiave architettonica quanto sancito da quell’accordo: la pacifica convivenza tra Stato e Chiesa.
L’obelisco di Marconi

L’obelisco di Marconi
Il 20 luglio 1937, una grave crisi cardiaca pone fine alla vita di Guglielmo Marconi, il genio inventore della radio. Un orgoglio tutto italiano, che merita di essere degnamente celebrato. Per questo, nel progetto del quartiere espositivo che prenderà forma a breve, si decide di inserire un monumento in sua memoria.
È una stele altissima, che vuole simboleggiare l’antenna di una radio. La struttura portante viene realizzata in cemento armato, sul quale verranno collocati dei bassorilievi scolpiti su marmo. Il compito di realizzarli viene affidato ad Arturo Dazzi. Il lavoro procede a rilento, tra mille ripensamenti dell’artista, che arriva a distruggere i bozzetti originali. La guerra incombente lo costringerà a fermarsi. Nel Dopoguerra, sarà la famiglia Marconi a pregarlo di portare a termine l’opera.
La Porta del Mare, un progetto mai realizzato
L’edizione del 1942 dell’Esposizione Universale non vede mai la luce. La Seconda guerra mondiale impedisce l’organizzazione del grande evento. E incide profondamente anche sulla realizzazione del quartiere, ideato per ospitare la manifestazione. Alcuni edifici e monumenti non vengono completati. Bisognerà attendere il Dopoguerra per vederli finiti. Altri non saranno mai costruiti. È il caso della Porta del Mare, un’architettura che avrebbe dovuto ergersi proprio nel punto in cui oggi sorge il Palalottomatica.
L’ambizioso progetto di questa gigantesca arcata rimane sulla carta. Come avrebbe dovuto essere? Occorre ritrovare un manifesto ufficiale dell’evento per vederla. Ne avevano fatto il simbolo, quasi il logo dell’esposizione.