Oggi partiamo alla scoperta di quattro luoghi di San Lorenzo che raccontano una delle epoche più affascinanti della storia: il Medioevo. Un’epoca densa di vicende, scontri e conflitti che dilaniano la città di Roma.
Porta Maggiore
Il nostro itinerario comincia ai margini del quartiere, di fronte a Porta Maggiore, antico accesso delle Mura Aureliane. Queste pietre corrose del tempo potrebbero raccontare centinaia di storie. Ma una in particolare riemerge dall’oblio, quando si va con la mente al Medioevo.
Siamo nel marzo del 537 d.C. Roma è stretta d’assedio dall’esercito ostrogoto di Vitige. A difenderla c’è Flavio Belisario, prode condottiero bizantino. È a capo della spedizione inviata dall’imperatore d’Oriente alla conquista delle ex province dell’impero romano. Le macchine da guerra si avvicinano pericolosamente alle mura. Belisario, però, riesce a fermarne l’avanzata, ordinando ai suoi arcieri di colpire i buoi che trascinano torri di legno e arieti. A quel punto, Vitige cambia strategia di attacco: mentre i suoi soldati tengono impegnati i difensori, sposta il grosso delle truppe qui, a Porta Maggiore.
È un momento di grande difficoltà per i soldati bizantini, che si vedono sopraffatti dagli avversari. L’arrivo di Belisario, però, rovescia la situazione. Egli colloca gli uomini, spada alla mano, lungo le mura. E non appena gli ostrogoti fanno breccia, glieli scaglia contro. Poi fa aprire Porta Maggiore e lancia l’intero esercito all’attacco. A sera, quando la battaglia si conclude, Roma è ancora in piedi, saldamente nelle mani del generale di Giustiniano.
Via del Castro Laurenziano
Durante il Medioevo, incursioni e saccheggi sono una realtà quasi quotidiana. La campagna fuori dalle antiche mura non è un posto sicuro, esposta com’è alle aggressioni. Per questo, nel XIII secolo, l’abate del monastero di San Lorenzo, Paolo, ordinò la costruzione di un muro difensivo attorno al convento e alla venerabile basilica, sorta sulla catacomba del Santo. Nasce così una cittadella fortificata, protetta da alte torri e da soldati armati: Laurenziopoli.
Di questa realtà medievale non resta molto ai giorni nostri. Forse, una di quelle robuste torri sopravvive nell’odierno campanile della Basilica di San Lorenzo fuori le mura, che si erge a destra dell’edificio sacro.
Una traccia labile di questa vicenda, conclusasi già in epoca rinascimentale, rimane nel nome della strada che conduce all’antico complesso cioè via del Castro Laurenziano. La parola latina “Castrum”, infatti, significa “castello, fortificazione”.
Basilica di San Lorenzo fuori le mura
Entriamo ora all’interno della Basilica di San Lorenzo fuori le mura, che sorge proprio di fronte al cimitero del Verano. La nascita della chiesa si lega al culto di San Lorenzo, sepolto in questo luogo dopo il suo cruento martirio, avvenuto il 10 agosto del 258 d.C. All’interno della cripta, però, sono custodite anche le reliquie di Santo Stefano, qui traslate al tempo dell’imperatore Teodosio II. Probabilmente, proprio la presenza di queste venerate spoglie induce il nobile Pierre de Courtenay a scegliere la basilica come luogo della sua incoronazione. È qui, infatti, che il 9 aprile 1217, egli riceve dalle mani del pontefice, Onorio III, la corona dell’impero latino d’Oriente. È la prima e unica volta che la basilica di San Lorenzo fuori le mura accoglie un simile evento.
Porta San Lorenzo
Il nostro breve viaggio attraverso il Medioevo del quartiere si conclude lungo le Mura Aureliane, a Porta San Lorenzo (o Porta Tiburtina). Questo era l’accesso che molti pellegrini utilizzavano per recarsi in visita sulla tomba del Santo martire Lorenzo. A testimoniarlo sono le iscrizioni ancora visibili nel travertino, come quella che recita: “Baciando la S. croce ci è cento giorni di indulgenza”. Ma a questo luogo si lega anche a una cruenta battaglia, avvenuta il 20 settembre del 1347. Protagonisti di questo acceso scontro sono l’esercito dei baroni romani, capitanati dai Colonna, e le milizie popolari di Roma. Quel giorno, si assiste al tentativo delle famiglie nobili romane di entrare in città per mettere fine al regime repubblicano instaurato da Cola di Rienzo. È quest’ultimo ad avere la meglio, scacciando i suoi avversari.
(Sara Fabrizi)