Palazzo Tuccimei, la cui parte posteriore affaccia direttamente su piazza Navona, a partire dal XVII secolo, è infestato dal fantasma di una nobildonna romana: Costanza Conti De Cupis. Dopo aver sposato il nipote del Cardinale Giandomenico De Cupis, Costanza si trasferisce in via dell’Anima, nel palazzo di famiglia del marito, accanto alla chiesa di Sant’Agnese in Agone. La donna è conosciuta in città per la perfezione delle sue mani, considerate le più belle di Roma. Mani che, come si usava fare all’epoca, l’artista Bastiano riproduce in un calco in gesso da tenere nella sua bottega in via dei Serpenti, dove i romani si radunavano per poterle ammirare. Un giorno, un frate di San Pietro in Vincoli afferma che la donna a cui appartenevano le avrebbe presto perdute, riferendosi al fatto che la gente ne avesse fatto una sorta di culto blasfemo.
Quando la voce della profezia giunge all’orecchio di Costanza, questa ne è terrorizzata; chiede che il calco venga distrutto, e da quel giorno non esce più di casa, nel timore di rimanere coinvolta in qualche incidente e con la speranza che la predizione non si avveri. Passa le sue giornate ricamando, fino a quando si punge il dito con l’ago. La minuscola ferita produce una grave infezione, mandando in cancrena tutto il braccio che, nonostante le cure, viene amputato. Costanza muore dopo pochi giorni, tra atroci sofferenze.
Si racconta che da allora, quando la luna rischiara la notte, da dietro ai vetri di una delle finestre dell’antico palazzo appare la pallida forma della mano di Costanza.
(Gianluigi Spinaci)