Ostiense nasce alla fine del Novecento con l’insediamento di nuove fabbriche, della centrale elettrica di Roma e del Gazometro. La zona, per la sua architettura, è divenuta terreno fertile per la street art che, grazie al progetto di riqualificazione urbana Ostiense District, è divenuta una galleria a cielo aperto. Il progetto ha coinvolto artisti internazionali e realtà cittadine e ha ricevuto il sostegno dell’Assessorato alla Cultura e al Turismo. Da via delle Conce si possono incontrare i personaggi klimtiani, tutti al femminile, di Hebert Baglione. Sono tutti distanziati e solitari, disposti lungo ventitré metri di facciata e seguiti dalla particolare firma dell’artista, consistente in due piedi penzolanti. Su via delle Conce c’è anche l’opera di Otam, Scarlett, raffigurante sua moglie in stile pop.
Verso il Porto Fluviale, a cui si giunge attraversando il sottopasso di Ostiense, incontriamo un’esposizione delle diverse tipologie di arte urbana: dalla poster art alla sticker art e ai murales. Qui incontriamo una delle Madonne di Mr Klevra in forma di poster art, il ritratto di donna realizzato da Hyuro e l’opera dedicata alla salvaguardia dell’ambiente di Stelleconfuse.
L’ex magazzino della Guardia di Finanza ha ospitato invece l’opera di Blu che ha dipinto un arcobaleno di volti utilizzando anche l’architettura del palazzo: le finestre sono diventate spesso gli occhi dei ventisette personaggi ritratti nell’opera. I duemila metri quadri di opera vogliono essere un invito all’inclusione sociale e razziale ed è stata realizzata senza autorizzazioni ufficiali, mettendosi al centro di animate discussioni politiche e cittadine, e fortemente voluta dai residenti che hanno contribuito economicamente alla sua realizzazione. Blu inoltre ha deciso di vivere nella palazzina per i due anni in cui ha lavorato alla facciata, descrivendo l’esperienza come una delle migliori della sua vita.
In via del Porto Fluviale Iena Cruz ha realizzato Hunting pollution, un murales di mille metri quadrati realizzato con la tecnologia Airlite, una pittura mangia smog capace di pulire l’aria come un bosco di trenta alberi. L’opera, che rappresenta un airone tricolore in lotta per la sopravvivenza (nella foto sotto), è il più grande murales realizzato con la Airlite in Europa.
In via dei Magazzini Generali, sul palazzo della Turner, Omino71 e Mr Kleva hanno sviluppato il progetto celebrativo della street art che li ha preceduti, dei grandi affreschi rinascimentali e dell’arte messicana. Il progetto è stato commissionato dalla collaborazione tra la Caritas di Roma e la Cartoon Network Italia e ha visto la realizzazione di un workshop dedicato all’arte e al recupero dei mestieri, coinvolgendo i ragazzi del pronto intervento minori della Caritas e giovani locali attraverso la realizzazione di un documentario che raccontava la realizzazione dell’opera di Mr Kleva e Omino71.
Sempre in via dei Magazzini Generali ed estesa per trentadue metri di muro, troviamo l’opera di J.B Rock: ventisei volti in bianco e nero, noti e non, per ventisei lettere volte a rappresentare l’alfabeto della comunicazione. Di fronte troviamo invece volti anonimi realizzati con lo stencil da Sten & Lex. Il Gazometro ha visto invece la collaborazione di Solo e Diamond che hanno creato un murales combinando i loro diversi gusti, unendo così i supereroi dei fumetti amati da Solo al gusto art deco di Diamond.
(Giulia Torrisi)