Sul fianco destro dell’iconica Fontana di Trevi, i più attenti avranno notato una piccola e semplice fontana. Nicola Salci, incaricato da Papa Clemente XII di progettare Fontana di Trevi, decise di dotarla di una fontana di servizio perché ci si potesse abbeverare con l’Acqua Vergine dell’acquedotto della zona, senza di essa irraggiungibile.
Nacque così la fontana degli innamorati che ha la particolarità di vedere l’incrocio degli zampilli d’acqua provenienti dai due diversi cannelli di cui è dotata. L’incrocio dei cannelli aveva una funzione pratica: l’incrocio dei due getti d’acqua permetteva alle donne romane di riempire più velocemente i propri otri. La disposizione delle cannelle, però, aveva anche un forte valore simbolico. Le due cannelle si riferivano infatti a due colombe bianche che si incrociano per bere: nella comunità cristiana simboleggiano le anime assetate che si abbeverano della grazia di Dio.
Tra il popolo romano nacque allora una leggenda sulla fontana: se due innamorati avessero bevuto contemporaneamente dalle due cannelle, il loro amore sarebbe stato solido e duraturo. Tale convinzione portò all’instaurazione di un rito, che si ripeteva ogni volta che i due innamorati erano costretti a separarsi. La sera prima della partenza la coppia si recava presso la Fontana degli Innamorati e la sposa riempiva due bicchieri, che dovevano essere vergini, e ne porgeva uno all’amato. Dopo aver contemporaneamente bevuto, i due spaccavano i bicchieri per terra: ciò suggellava ancora una volta il loro patto d’amore ed era di buon auspicio per il ritorno dell’amato, soprattutto se partiva per la guerra.
(Giulia Torrisi)