A Roma, la diffusione del culto di Bacco avvenne intorno al II secolo a.C.. Come accadeva già in Grecia, da cui arrivò attraverso le colonie dell’Italia meridionale, si fondava sui misteri dionisiaci, era riservato ai soli iniziati ed era sottoposto alla segretezza.
Tito Livio sostiene che la prima versione dei Baccanali fosse riservata solo alle donne e si tenesse tre giorni all’anno, alla luce del giorno. In Etruria invece, un “indovino greco di umili origini” aveva stabilito una versione notturna alla base di fiumi di vino e imponenti banchetti, che ebbe grande successo sia tra le donne sia tra gli uomini. Arrivate presto a Roma, le nuove celebrazioni e iniziazioni si caratterizzarono, per colpa del troppo vino, da violenza e promiscuità sessuale, in cui le urla degli abusati venivano soffocate dal baccano dei tamburi e dei cimbali.
Quelli che resistevano o tradivano il culto erano eliminati. Sotto la copertura della religione, i sacerdoti e gli accoliti ruppero impunemente le leggi civili, morali e religiose, e ben presto i seguaci del culto di Bacco si scontrarono con la religione ufficiale di Roma, fino ad essere completamente distrutti.
(Gianluigi Spinaci)