Esiste una vecchia credenza popolare che lega la festa dell’Epifania romana alla basilica dell’Ara Coeli al Campidoglio, una delle chiese più antiche di Roma, e in particolare al Bambinello che si trova nel presepe. Ripercorrendo il viaggio dei Re Magi, la cittadinanza romana, ma anche gli altri credenti in altre città, nel giorno della Befana sono soliti andare nelle chiese per il bacio del Bambinello o comunque per un saluto a Gesù bambino.
Quello presente nel presepe dell’Ara Coeli, grande circa 60 centimetri, sembra fosse stato scolpito alla fine del Quattrocento da un frate francescano che aveva utilizzato il legno proveniente da un ulivo dell’orto sacro del Getsemani, in Terra santa. La statua era per questo adorata in quanto ritenuta origine di guarigioni miracolose di malati gravi ed era tenuta avvolta in un tessuto dorato, stretta come le fasce che avvolgevano i neonati e ricoperta di voti e doni preziosi per le grazie che concedeva.
Si dice che le sue labbra diventassero rosse al sopraggiungere di una grazia e pallide quando non c’era più speranza. Nel 1994 il Bambinello fu rubato e mai più ritrovato, per questo da allora è esposta una sua copia. Il Santo Bambino gode comunque ancora di un particolare culto da parte dei romani e la familiarità con questa immagine è tale che per secoli il popolo ha continuato a chiamare la statua “Er Pupo”.
(a cura di Gianluigi Spinaci)