Nell’estate del 2021, Centocelle ha festeggiato i suoi primi 100 anni. La data sull’atto di nascita del quartiere è il 21 agosto 1921 e porta la firma di re Vittorio Emanuele III. In quel giorno, veniva costituita ufficialmente la borgata, primo nucleo dell’odierno quartiere. Ecco, dunque, un itinerario in cinque tappe per tornare alle origini e ripercorrere la storia di quei primi anni.
Il nucleo storico: via Valmontone e strade limitrofe
Centocelle nasce come borgata rurale, un piccolo insediamento agricolo che occupa i terreni dell’ex tenuta Alessandrina, di proprietà del principe Giovanni Torlonia, lungo la strada di bonifica n. 38, l’odierna via di Tor de’ Schiavi. Nel 1921, in questa zona risiedono già 29 famiglie, che abitano in casette basse, ciascuna dotata di un piccolo appezzamento di terreno tenuto a orto e giardino.
L’area è quella di via Valmontone e delle strade vicine, tutte battezzate con nomi di piccoli paesi del Lazio, specialmente della zona del frusinate. Sono i luoghi di origine dei primi abitanti, migranti che portano con sé un ricordo delle proprie radici.
L’aeroporto di Centocelle
I primi abitanti della zona lo chiamano “pratone dell’Aeronautica”. È il vasto pianoro sul quale, all’inizio del Novecento, si sviluppa l’aeroporto di Centocelle, il primo aeroporto di Roma e d’Italia (foto Wikipedia).
La sua nascita si lega in modo intimo alla storia dell’aviazione italiana. Proprio su questi prati, infatti, nell’aprile del 1909, Wilbur Wright esegue una serie di dimostrazioni di volo a bordo del suo Flyer, per poi addestrare il tenente di vascello Mario Calderara, che diventerà il primo pilota italiano brevettato. L’aeroporto ha un’influenza importante sulla fisionomia del quartiere, le cui prime case devono essere per forza di cose molto basse. Ma costituisce anche un centro propulsivo per il suo sviluppo.
La ferrovia Roma-Fiuggi-Alatri-Frosinone
Non lontano dal primo nucleo del quartiere, lungo la via Casilina, sorge la piccola stazione ferroviaria di Centocelle. Oggi, qui si viene a prendere il tram – “er tranvetto” come lo chiamano i romani – che fa la spola tra Termini e il quartiere. All’inizio del Novecento (nella foto da Wikipedia), però, su questa banchina approdano passeggeri che vengono da molto più lontano. Questa, infatti, è una delle fermate della linea Roma-Fiuggi-Alatri-Frosinone. Un’infrastruttura di grande importanza per lo sviluppo della zona, che cresce anche grazie all’arrivo di gente che proviene dai piccoli comuni sparsi lungo il tracciato della ferrovia.
La chiesa di San Felice da Cantalice
Col passare degli anni, la comunità di Centocelle cresce. Tanti sono i bisogni materiali. Ma anche lo spirito ha bisogno di cure. Così, nel 1927, tra le piccole case della borgata rurale viene edificata una modesta baracchetta, che funge da luogo di culto e preghiera. Bisogna attendere alcuni anni prima che venga posata la prima pietra della chiesa di San Felice da Cantalice (foto da Wikipedia). A volerla fortemente è la nutrita comunità originaria del reatino stanziata nella parte più vecchia del quartiere. Non a caso, è intitolata a un frate cappuccino originario di Cantalice, comune della provincia di Rieti. È il 1934. Il sacerdote alla guida della nuova parrocchia è padre Tebaldo da Paternò.
Il cinema Platino
Nel 1937, la vecchia borgata vive una grande novità. In via delle Camelie, apre i battenti il Platino, primo cinema della zona. È una sala di periferia, senza troppe pretese, dove ci si accomoda su dure sedie di legno per assistere alla magia del grande schermo. Tra le prime pellicole proiettate c’è “Luciano Serra pilota” con Amedeo Nazzari nei panni del protagonista, diretto da Roberto Rossellini. L’edificio del cinema esiste ancora oggi, seppur convertito in supermercato.
(Sara Fabrizi)