Sul viale del Forte Antenne, la fortezza abbandonata in cima all’omonimo monte, è una delle strutture militari costruite alla fine dell’Ottocento a difesa della città di Roma. Le fondamenta della costruzione si rintracciano nella leggenda agli albori della civiltà romana. La storia è quella di Antennae, una delle roccaforti più antiche del Lazio che si colloca “ante amnes”, dove si incontrano i fiumi Aniene e Tevere.
Il 749 a.C. segna il quinto anno del regno di Romolo che, per far crescere la città, offre ospitalità a chiunque si presenti a lui. Sulle sponde del Tevere però scarseggiano le donne, mettendo così a rischio il futuro del popolo romano. La via della diplomazia di Romolo incontra solo rifiuti, ragione per cui decide di ingannare gli abitanti di Antemnae, Cenina, Crustumini e Sabina. Con una festa in onore del dio Conso, il 21 agosto a Roma, si consumerà il Ratto delle Sabine, che porterà alla guerra. Dei popoli offesi gli ultimi a resistere sono i sabini. Saranno le donne rapite, alcune incinte e altre già madri, a dividere i padri e i mariti, interrompendo le ostilità in nome del sangue dei due popoli, che adesso scorre nelle vene dei loro figli.
Un racconto dettagliato di questo luogo, e altri cento, è presente nel volume Trieste Salario. I 100 (+1) luoghi della storia, a cura di Sara Fabrizi, edito da Typimedia editore, 2021.