Per le strade e i vicoli della Città Eterna chi non ha mai notato i cosiddetti “nasoni”, le fontanelle pubbliche in ghisa, che tra l’altro distribuiscono acqua in continuazione? Ma Roma offre una vasta collezione a cielo aperto di altre fontane ancora più particolari che offrono acqua potabile. In particolare, tra la fine degli anni Venti e l’inizio degli anni Trenta, l’architetto Pietro Lombardi viene incaricato di progettare alcune fontane rionali, con lo scopo di rappresentarne l’anima e l’essenza di quei rioni. Queste fontane sono nascoste tra i vicoli dei quartieri del centro di Roma. Noi vogliamo proporvi un itinerario che ha tutte le caratteristiche di una vera e propria caccia al tesoro, per aiutarvi a trovarle.
Nel rione VIII di Sant’Eustachio, lasciandoci alle spalle Piazza Navona c’è una piccola strada: via degli Staderari, dove potete scorgere la Fontana dei Libri. Costruita in travertino, notate una grande testa di cervo che fuoriesce dal muro. Ai lati spiccano dei libri e l’arco a tutto sesto con l’iscrizione S.P.Q.R. incornicia l’opera. La testa dell’animale rappresenta la conversione di Sant’Eustachio, mentre i libri rimandano all’Università La Sapienza, palazzo cui è addossata la fontana. Al centro un’iscrizione forma una croce: in verticale si nota il nome del rione, in orizzontale il relativo numero. È segnato il numero IV, un refuso poiché il rione di Sant’Eustachio corrisponde al VIII.

La Fontana dei Libri
Nel rione XX, quello di Testaccio, scostatevi per un momento da Via Marmorata e procedete su via Aldo Manuzio. Raggiungerete Piazza Testaccio dove potete ammirare la Fontana delle Anfore. Quest’opera ha vissuto alterne vicende di riqualificazione e ha trovato la finale, e attuale, ubicazione solo nel 2012. La fontana ha una pianta circolare e poggia su un basamento a due scalini. La sua particolarità risiede nell’insieme di anfore che ne costituiscono il corpo centrale, chiaro riferimento al vicino Monte Testaccio che è composto dai frammenti di anfore provenienti dall’antico porto sul Tevere. Le vasche sono adornate con lo stemma del Comune, coronato da una testa di ariete.

La Fontana delle Anfore
Nel rione di Campo Marzio, il IV, Via Margutta è la strada parallela alle famose Via del Babuino e Viale della Trinità dei Monti. Su questa piccola strada potrete scoprire la Fontana delle Arti. Ogni elemento che la compone è un rimando allegorico alla via in cui vi trovate, da sempre considerata la strada degli artisti. Con una struttura piramidale, la fontana presenta gli strumenti del mestiere dell’Artista, sovrapposti uno all’altro (sgabelli, scalpelli, tavolozze, compassi). L’elemento più particolare è quello delle due maschere da cui fuoriesce l’acqua, una con un’espressione triste e l’altra allegra. Tutto è sormontato da un secchiello contenente pennelli, e un arco a coronare la fontana.

La Fontana delle Arti
Il rione XIII corrisponde a Trastevere che tra vicoli, botteghe e osterie attira a sé moltissime persone. Se vi trovate in piazza di San Callisto, dando le spalle alla Chiesa, noterete un vicolo sulla destra: via della Cisterna. Appena varcata la sua soglia vedrete la Fontana della Botte che rende omaggio all’elemento che più contraddistingue questo rione, il vino. Quella bevanda che riempie i bicchieri di tutti coloro che entrano in una qualsiasi taverna di Trastevere. Al centro della fontana si erge una botte di vino ai cui lati spiccano due piccole fiaschette da un litro da cui fuoriesce l’acqua, le stesse che si trovano ancora oggi nelle osterie della zona.

La Fontana della Botte
Il rione IX è chiamato della Pigna e queste strutture legnose ne rappresentano il simbolo. Una volta ammirata la bellezza di Piazza Venezia, dirigetevi verso destra dove si apre una seconda piazzetta, quella di San Marco. La Fontana della Pigna, alimentata dall’Acquedotto dell’Acqua Marcia, attende solo una vostra visita. L’opera è composta da un bacino non molto grande al cui centro si innalza uno stelo. Quest’ultimo è formato da due corolle di tulipani, stilizzate, che sorreggono una pigna. L’acqua sgorga dalla punta della pigna e da alcune alette laterali, raccogliendosi in due vasche a terra.

Fontana della Pigna
Il rione Borgo, il XIV è quello dove potete scorgere Castel Sant’Angelo. La meravigliosa struttura è abbracciata da Piazza Adriana e in questa zona, parallelamente a Via della Conciliazione, si estende Via di Borgo Sant’Angelo. Dirigetevi su questa strada e una volta arrivati a Porta Castello svoltate a destra: vedrete immediatamente la Fontana delle Palle di Cannone. Da non confondere con la Fontana della Palla di Cannone in Trinità dei Monti, quella di Borgo è scolpita a ridosso della parete e reca al centro lo stemma del Comune. Quest’ultimo è un mascherone da cui sgorga acqua e che spicca da una piramide composta da palle di cannone, simbolo della forza di Castel Sant’Angelo. Altre due palle di cannone sono poste ai lati, sull’arco che chiude l’opera, e anche da queste esce l’acqua. Alla base c’è una vasca centrale e due laterali.

La Fontana delle Palle di Cannone
La Basilica di San Pietro e il suo Colonnato sono una tappa imperdibile per ogni visitatore. Situati nel rione XIV Borgo, la bellezza di questo luogo non si esaurisce nella piazza che ospita il “Cupolone”. Appena prima di svoltare sul Largo del Colonnato, accanto al fornice del Passetto, potete ammirare la Fontana delle Tiare. L’opera è adornata con lo stemma della città di Roma, del rione Borgo ma anche del Vaticano. Noterete che il numero tre è la ripetizione più forte: tre tiare papali sono sormontate da una quarta, e tra loro si possono notare le chiavi di San Pietro da cui spuntano tre coppie di cannelle da cui fuoriesce l’acqua che è raccolta in tre bacini a forma di conchiglia.

La Fontana delle Tiare
E se vi dicessimo che in via del Porto di Ripa Grande è stato abbandonato il timone di una nave? Nel rione XII di Ripa raggiungete piazza di Porta Portese, nel punto in cui si incontra con il ponte Sublicio. Facendo attenzione all’attraversamento pedonale, potrete osservare la Fontana del Timone costruita a ridosso del complesso di San Michele. Gli elementi della navigazione come la barra e il timone rimandano allegoricamente all’emblema rionale. Dal centro dello strumento di direzione della nave sgorga l’acqua che viene raccolta in una piccola vasca. Ci sono altre due piccole bocchette da cui fuoriesce l’acqua, situate lateralmente alle estremità delle due formelle circolari.

La Fontana del Timone
Il primo rione è quello di Monti di cui fa parte il giardino di Piazza Vittorio Emanuele II. Dirigetevi verso l’ingresso del parco in cui confluisce Via Carlo Alberto. La prima strada sulla sinistra è Via di San Vito e appena prima dell’Arco di Gallieno troverete la Fontana dei Monti. Posizionata lungo la parete laterale della chiesa dei Santissimi Vito e Modesto, in questo caso sono rappresentati tre dei sette colli romani: il Celio, l’Esquilino e il Viminale che sono circoscritti dai confini del rione I. Sulla superficie di ogni monte rappresentato ci sono delle stelle da cui fuoriesce l’acqua raccolta in tre piccole vasche sottostanti. La Fontana non si trova sul piano strada ma è leggermente rialzata da alcuni gradoni ai cui angoli ci sono tre colonnine.

La Fontana dei Monti
Nel rione XI Sant’Angelo, appena raggiungete piazza Mattei oltre ad essere arrivati nel quartiere del Ghetto Ebraico, troverete la Fontana delle Tartarughe. Il progetto risale alla fine del Cinquecento da parte di Giacomo della Porta, con sculture di Taddeo Landini. Sopra delle vasche a forma di conchiglia vedrete scolpiti dei delfini, sulla cui testa si posano quattro efebi. Ognuno di essi ha un braccio alzato verso l’alto, sfiorando la seconda vasca che li sovrasta. Nel punto in cui la mano degli efebi sta per toccare il bordo della vasca, quattro tartarughe sembrano scappare per immergersi nell’acqua della fontana. Queste sculture aggiuntive sono attribuite a Gian Lorenzo Bernini, durante il restauro della fontana nella prima metà del Seicento.

La Fontana delle Tartarughe
Dove piazza Barberini si incontra con Via di San Basilio, aguzzate la vista perché si nasconde una fontana ad opera di Gian Lorenzo Bernini. La Fontana delle Api, commissionata da papa Urbano VIII Barberini, è collocata nel rione II Trevi e nasce come fontanile pubblico, non distante dalla Fontana del Tritone. Lo scultore realizza una conchiglia bivalve aperta, la cui parte inferiore funge da vasca per la raccolta dell’acqua. Nel punto della congiunzione delle due parti della conchiglia, potrete osservare tre api che decorano questo punto ma soprattutto a simboleggiare la casata del Pontefice.

La Fontana delle Api
(Sara Gasperini)