Al numero 70 della via Nomentana si apre l’ingresso principale di Villa Torlonia. C’è però un secondo ingresso in via Siracusa. Per raggiungerlo da viale Regina Margherita, si procede verso la piazzetta Morgagni e successivamente si raggiunge piazza Salerno. Da qui, passando per via Bari e via Benevento, si potrà accedere dal secondo ingresso della Villa, proprio accanto alla Serra Moresca.
Nata per ospitare la tenuta agricola della famiglia Pamphilj, nel 1760 diventa proprietà viticola dei Colonna, e alla fine del Settecento viene acquistata da Giovanni Torlonia.
Villa Torlonia è un luogo dall’identità multipla, creata dal susseguirsi dei gusti delle diverse famiglie che vi hanno vissuto. La zona nord mostra l’impronta Valadier, con un impianto classico, mentre nella zona sud si può osservare l’impostazione “all’inglese” del paesaggista Giuseppe Jappelli.
La strada centrale della Villa è abbellita con due obelischi del 1842, dedicati alla memoria di Giovanni e Anna Maria Torlonia. Entrambi circondano la struttura del Casino Nobile che ospita uno dei Musei della Villa. Tra le opere esposte nelle diverse sale, ci sono delle sculture di Canova e di Bartolomeo Cavaceppi. All’ultimo piano si estende il Museo della Scuola Romana con opere di arte figurativa del Novecento. Tra gli artisti si segnalano Antonio Donghi, Antonietta Raphaël, Guglielmo Janni e Luigi Bartolini.
Su viale Sergio Lenci si incontra il Casino dei Principi, utilizzato in passato come edificio per eventi mondani. È collegato al palazzo principale tramite una galleria sotterranea. Oltre a vantare decorazioni originali tra mosaici, fregi e tempere murali, ospita l’Archivio della Scuola Romana. Su viale Tiziano Terzani si distinguono due siti molto peculiari: la Casina delle Civette e la Serra Moresca.
La prima è stata la residenza personale di Giovanni Torlonia fino al 1938. Ideata nel 1840 da Giuseppe Jappelli, si presenta come un edificio rustico, e per le modifiche liberty del 1908 è conosciuto anche come “Villaggio Medioevale”. Il nome ufficioso dell’edificio deriva dai disegni ripetuti di civette stilizzate sulle vetrate e sulle decorazioni in legno.
La Serra Moresca è ispirata all’Alhambra di Granada. Luogo fascinoso per le sue vetrate policrome e i giochi di luce che ne derivano, ospita gran numero di piante esotiche. Tra gli artigiani delle invetriate c’è Vittorio Grassi.
(Sara Gasperini)