Quello considerato dai romani il peggior insulto possibile, “fijo de na m…..a”, è nato a pochi metri dal Vaticano. Da largo degli Alicorni, percorrendo Borgo Santo Spirito, si può osservare una strana e curiosa costruzione in legno, incastrata nel muro della cinta dell’ospedale. È la “ruota degli esposti”, un semplice contenitore di legno, oggi protetto da una grata, in grado di ruotare su sé stesso, consentendo in tal modo di far entrare all’interno dell’edificio ciò che proveniva dall’esterno.
L’ospedale di Santo Spirito in Sassia, costruito nel 1198, un tempo era un luogo dove venivano ospitati, curati e cresciuti tutti i neonati trovati abbandonati, gli orfani o i figli illegittimi. Chi voleva abbandonare il “piccolo” non lo lasciava davanti a una casa o a un cortile o peggio ancora dentro un cassonetto come purtroppo accade oggi, ma lo depositava in questo “contenitore” consentendogli in tal modo di avere un futuro e un avvenire.
Il bambino abbandonato veniva preso in consegna dal personale dell’ospedale ed era segnato sulla pianta del piede con una doppia croce, infine gli veniva dato un nome a cui si aggiungeva: “Filius m. ignotae” (figlio di madre sconosciuta). Da qui deriva l’espressione “fijo de na mignotta”.
(Gianluigi Spinaci)