Roma è stata per secoli città di cultura. Culla di movimenti e scuole artistiche di ogni tipo, in molti l’hanno spesso eletta a propria dimora, scegliendo di lasciarsi ispirare dalla Città Eterna, dalla sua grandezza passata e dal fermento culturale che l’ha attraversata in varie epoche. Oggi vogliamo proporvi un itinerario tra arte e letteratura, che si snoda per le strade dei Parioli. Ecco, allora, cinque luoghi da non perdere per scoprire un lato forse inedito del quartiere.
Il convento (scomparso) in cui visse Giacomo Balla
All’incrocio tra via Niccolò Porpora e via Giovanni Paisiello, andiamo alla ricerca di un edificio oggi scomparso. Proprio qui, ancora all’inizio del Novecento, si staglia il profilo di un antico convento. Un solitario monastero che, nell’estate del 1904, diventa la casa-studio di Giacomo Balla, grande esponente del futurismo. Nel corso degli anni, la casa stessa diventa un’opera d’arte da esibire. Tanto che sul giornale Roma futurista compare una pubblicità che invita il pubblico a visitare questa sorta di grande laboratorio artistico. Purtroppo, nel 1929, Balla subisce lo sfratto. Il convento verrà demolito.
La casa natale di Alberto Moravia
In via Giovanni Sgambati, al civico 9, si innalza una palazzina di primo Novecento, che porta la firma di Carlo Pincherle, ingegnere e architetto di origini venete. L’ha costruita per la sua famiglia. In questa casa, il 28 novembre 1907, nasce il piccolo Alberto Pincherle, che da grande sarà noto con l’altro cognome della famiglia paterna: Moravia. Qui, il futuro autore de La ciociara e La noia, trascorre la sua infanzia fino agli 8 anni, quando i suoi si trasferiscono poco lontano, in via Donizzetti.
La casa-bottega di Mariano Fortuny
In via Flaminia 122, ci si imbatte in una grande targa commemorativa. Basta leggerla per essere riportati alle atmosfere di fine Ottocento, quando Roma era una delle mete privilegiate del Grand Tour. L’edificio è la casa-bottega di uno dei più noti pittori spagnoli di quell’epoca. Si tratta di Mariano Fortuny, artista internazionale e cosmopolita, iniziatore di vere e proprie mode nella Capitale. La struttura, che egli aveva trasformato in una vera e propria reggia, oggi ospita gli uffici del Consiglio del notariato di Roma, Velletri e Civitavecchia.
Villa Strohl Fern, inconsueta dimora di un mecenate
Ai margini di Villa Borghese, in via di Villa Ruffo, si aprono i cancelli del Liceé Chateaubriand, rinomato istituto pubblico francese nella Capitale. La scuola ing
loba quella che, alla fine dell’Ottocento, era Villa Strohl Fern, dimora del barone alsaziano Alfred Strohl. È un luogo quasi incantato, allestito in modo estremamente suggestivo, in cui il nobile straniero, che qualcuno chiama affettuosamente “Mago Merlino” dà ospitalità a tanti grandi artisti. Di qui, tra gli altri, passano il poeta Rainer Maria Rilke, lo scrittore Carlo Levi, il pittore Francesco Trombadori.
Casa Bellonci, dove nacque il Premio Strega
L’ultima tappa di questo itinerario si trova in via Liegi 52. Questa è la casa del critico e giornalista Goffredo Bellonci e di sua moglie Maria, scrittrice e traduttrice. Sono loro, subito dopo la Liberazione di Roma, nel giugno del 1944, a dare vita a una tradizione che si trasformerà in un evento nazionale: il Premio Strega. Tutto comincia durante le riunioni domenicali con gli amici, a base di tè caldo, dolci fatti in casa e chiacchiere letterarie. Due anni dopo, Maria avrà l’idea di trasformare quel salotto letterario nella giuria di un concorso.