Fatima Al Qadiri (Dakar, 1981) è una compositrice e artista del Kuwait la cui produzione musicale e materiale sfugge a qualsiasi tipo di specificità o definizione ufficiale di genere, se non quella suggerita dal titolo di questa mostra: Isekai, aperta al Macro fino al 19 marzo 2023. In realtà, si tratta di un’esposizione molto particolare, che potrebbe anche definirsi un concerto immersivo con il tratto di un videogioco.
Isekai è infatti un genere di romanzo, film, anime, manga o videogioco in cui i personaggi centrali sono trasportati in un universo virtuale, mentre il lettore o il pubblico segue i protagonisti alla scoperta di un mondo parallelo. Profondamente influenzata dagli aspetti narrativi e immersivi dei videogiochi, Al Qadiri concepisce e compone musica che esplora fenomeni di traduzione culturale, errata interpretazione o reinterpretazione attingendo da diverse epoche e geografie.
La mostra presenta la maggior parte della produzione musicale di Al Qadiri, in ordine cronologico, a partire dalle prime pubblicazioni come Ayshay (2010), Genre-Specific Xperience (2011) e Desert Strike (2012), seguite dal primo album dell’artista, Asiatisch, “un road trip simulato attraverso una Cina immaginaria” pubblicato nel 2014, per arrivare ai giorni nostri con Medieval Femme (2021), un’interpretazione musicale contemporanea influenzata dalla poesia scritta dalle donne arabe del Medioevo.
Il repertorio include anche le recenti collaborazioni di Al Qadiri con registi cinematografici, presentando le colonne sonore del premiato lungometraggio di Mati Diop, Atlantique (2019) e di La abuela di Paco Plaza (2022). Nel complesso, la mostra abbraccia nove uscite discografiche e dodici anni di sperimentazione con i linguaggi musicali e le esperienze che il suono può generare.
In copertina un’opera di Thuraya Al Baqsami