Pietro Gentilini, con la sua fabbrica di Biscotti tra via Alessandria e via Novara, è un personaggio importante dell’economia del Trieste-Salario nei primi anni del secolo scorso. Il laboratorio artigianale creato nel 1890, in pochi anni crescerà fino ad assumere una dimensione industriale.
Dall’archivio storico della famiglia emerge questa straordinaria foto di Pietro Setti che fissa nel tempo e nella memoria il banchetto della Società dei negozianti e industriali di Roma. Siamo nel 1912. Difficile individuare Pietro Gentilini, che pure sarà stato tra i commensali: potrebbe essere il primo a sinistra al tavolo d’onore messo in orizzontale in fondo alla sala. Oppure, la decima persona seduta al secondo tavolo, con dietro un altro commensale in piedi. O forse, ecco nella prima tavolata davanti alle finestre, la sua faccia sorridente che sbuca da dietro una bambina. Unica presenza femminile in tutta la sala.
Comunque sia, l’immagine racconta un’epoca. Immortala una parte della classe dirigente di allora riunita nella “Società dei negozianti e industriali di Roma”. Sodalizio sorto nel 1892, che contava all’epoca della foto, oltre 5.000 aderenti. Nello statuto si leggeva: “Questa società mira al bene morale e materiale di ogni socio ed allo sviluppo ed incremento delle industrie e dei commerci locali. Prende parte attiva in tutte le questioni che toccano gli interessi degli esercenti cittadini, ed opera affinché i negozianti e gli industriali abbiano una giusta rappresentanza nel Parlamento Nazionale e nei Consigli della Camera di Commercio della Provincia e del Comune”.
In quel convivio al tavolo del Consiglio siede l’allora presidente della Società dei negozianti e industriali di Roma: il cavalier Aristide Staderini, titolare di una tipografia e rilegatoria. Ma anche inventore di un innovativo – per l’epoca – sistema di archiviazione di documenti in scatole di cartone. Le forniture ai ministeri e alla Regia Manifattura dei Tabacchi faranno la sua fortuna. L’immagine è tratta dal volume di Typimedia Editore “Come Eravamo Trieste-Salario”.
(Daniele Magrini)
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