La via Giuseppe Ravizza, al civico 12, cela una meraviglia quasi sconosciuta: due tombe di epoca romana, risalenti al II secolo d.C. Non ci sono musei né siti archeologici, ma solo un moderno palazzo. Infatti la soglia da varcare per poter accedere al passato è quella dell’autorimessa condominiale, e occorre prima rivolgersi alla Soprintendenza Archeologica di Roma o alle associazioni che organizzano visite guidate.
La scoperta avviene nel 1966, quando Roma è travolta dal boom economico e dalla grande espansione edilizia. Spesso nella capitale, mentre si lavora per gettare le fondamenta di qualsiasi tipo di edificio, la terra svela i suoi segreti. Nel caso dell’ex area che ospitava le ciminiere scure della Purfina, la raffineria di petrolio poi trasferita in via di Malagrotta, giace un’antica camera funeraria, scavata direttamente nel bianco di tufo. Sono presenti anche dei loculi e delle fosse, in alcuni ci sono i corpi dei defunti e nelle nicchie, urne cinerarie.
Le immagini simboliche affrescate di uccelli come pavoni, colombe e aironi rimandano al volo leggere dell’anima verso l’oltretomba. Questo sepolcro è stato così soprannominato “dell’Airone”, e negli anni Ottanta viene sottoposta a lunghi lavori di restauro da parte della Soprintendenza Archeologica di Roma per conservare le pitture presenti sulle pareti.
Un racconto dettagliato di questo luogo, e altri cento, è presente nel volume Monteverde Gianicolo. I 100 (+1) luoghi della storia, a cura di Sara Fabrizi, edito da Typimedia editore, 2022.